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      Con ogni probabilità vi furono anche altri patti, e per lo meno i patti precedenti, p. es. quello dell'occupazione delle terre di Calabria da parte dei turchi, doverono essere meglio determinati. Dal processo consecutivo non emerse nulla intorno a ciò, ma bisogna ricordarsi che noi possediamo solamente i brani del processo concernenti le accuse contro gli ecclesiastici, e il Campanella, e tanto più il Pittella, dietro la leale confessione di Maurizio risultarono scagionati dall'accusa della convenzione col Turco. Questo non vuol dire che veramente il Campanella non ne avesse dirette le fila con molta astuzia, per mezzo di Maurizio dalla via di Amurat, e forse anche per mezzo di fra Dionisio dalla via di Messina, ma quest'ultima via rimase coperta, e l'altra riuscì tutta a carico di Maurizio, ond'è che non conosciamo il fatto in tutta la sua estensione. Nondimeno quel poco che ne conosciamo riesce di molta importanza. Era capitolato che i turchi "non havessero assai a tener dominio in Calabria", ma doveano dunque tenervi dominio, benchè temporaneo e di breve durata: così non fu una invenzione degli ufficiali Regii che si volea far occupare la Calabria da' turchi, e le rivelazioni di taluni complici (Claudio Crispo, Cesare Mileri), che dissero essersi convenuto di dare molte fortezze e terre in mano de' turchi, non furono propriamente effetto d'insinuazioni e di tormenti. E come potremmo credere che il Campanella fosse stato davvero interamente estraneo alle trattative e dispiaciuto per esse?


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Primo
di Luigi Amabile
pagine 725

   





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