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      Battista di Polistina nella Quaresima passata, lo secondò dicendo che era stato già deciso che fra Gio. Battista e i suoi aderenti dovessero essere ammazzati d'ordine del Campanella ed altri complici, e quindi "non saria stato gran cosa" che avessero ammazzato anche lui; oltracciò soggiunse che erano stati fatti registri di eresie da doversi predicare al tempo della ribellione, che Dionisio gli avea parlato contro i miracoli di Cristo e de' Santi, che gli avea detto essere il significato delle lettere I N R I, poste in fronte al crocifisso, non già quello comunemente conosciuto ma quello di una pessima ingiuria in lingua ebraica, che infine gli avea raccontato quel tale fatto osceno commesso con l'ostia consacrata ed egli sospettava essere stato quel fatto commesso precisamente da fra Dionisio. Così raccontò poi le cose il Polistina, ed anche fra Cornelio che le seppe dal Polistina. Forse il Soldaniero non ciarlò tanto, ed è possibile pure che avesse accennato in confidenza quelle cose al Priore di Soriano, come altrove si è detto, e non già al Polistina: ad ogni modo vedremo più tardi che il Polistina e fra Cornelio su questa base architettarono il processo di eresia, riducendo il Soldaniero, con le buone o con le triste, non solo feroce accusatore ma anche persecutore a mano armata di coloro i quali avrebbero dovuto essergli compagni nella ribellione.
      Indubitatamente col convegno di Davoli s'inaugurava un periodo di sempre maggiore attività ne' preparativi della ribellione.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Primo
di Luigi Amabile
pagine 725

   





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