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      Siamo così ricondotti a parlare di lui e delle sue escursioni.
      Movendo da Taverna, dopo le bastonate date in rissa e la nomina di fra Cornelio a Compagno del Visitatore, fra Dionisio era tornato a Nicastro, e quivi si era associato ad un Cesare Mileri di quella città, molto giovane, come lo dissero tutti coloro i quali ne parlarono, forse di 17 anni, sebbene un documento da noi rinvenuto nel Grande Archivio ce lo mostri di 27(291). Costui d'allora in poi seguì fra Dionisio in tutte le sue escursioni, onde vedremo che fu più tardi ritenuto complice, e resosi confesso fu atrocemente giustiziato. Anche egli avea bisogno di un indulto, non sappiamo per quale colpa, e fra Dionisio gli discorreva della tirannia del Re, degli enormi pesi fiscali, del non avergli il Re voluto mandare l'indulto, decidendolo così a volersi ribellare prendendo parte nella giornata che si farebbe; poichè nel 1600 il Regno dovea mutar padrone, e già con fra Tommaso e Maurizio aveano concertato la ribellione mercè l'aiuto del Turco e una massa di fuorusciti ed altra gente, e "il capo della congiura era D. Lelio Ursino, il quale si volea impatronire di tutto il Regno". Queste cose rivelò poi il Mileri, aggiungendovi le solite notizie dell'andata di Maurizio sulle galere di Amurat, della venuta del Turco promessa per settembre etc., le quali vennero forse da lui riferite per suggestione. Certo è che egli sollecitò pure per tale impresa un suo amico, Francesco Antonio delli Joy, e lo trovò già impegnato da fra Dionisio: ma sebbene avesse accompagnato fra Dionisio da per tutto, dapprima a Catanzaro, di poi a Stilo (come assicurò anche fra Pietro di Stilo), quindi certamente ad Oppido, e poi di nuovo a Catanzaro, a Girifalco, a Nicastro (come assicurò egli medesimo), sebbene avesse visto diverse persone parlare segretamente con fra Dionisio in tutti questi paesi, egli non seppe dare alcun nome; tale circostanza, e così pure l'altra che D. Lelio Orsini dovesse impadronirsi del Regno, attestano che fra Dionisio non procedeva senza cautela, sempre per altro annunciando frottole che potessero valere a dar animo, nel qual campo questa volta si spinse davvero un po' troppo.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Primo
di Luigi Amabile
pagine 725

   





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