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      Mario del Tufo per lo meno non era così potente da recare aiuti considerevoli in una faccenda come quella di ribellarsi al Re di Spagna; invece Geronimo del Tufo, per la sua speciale posizione, poteva recare un aiuto da non doversi disprezzare, e vedremo infatti che non appena fu conosciuta dal Governo la voce della partecipazione di lui alla congiura, fu subito carcerato. Infine anche il Marchese di S.to Lucido, egualmente per la sua speciale condizione, confortata da notevole ricchezza ed influenza, avrebbe potuto recare un aiuto da doversi tanto meno disprezzare; ma appunto con costui il Campanella non aveva mai avuta alcuna relazione, e come ci hanno mostrato le nostre ricerche egli trovavasi allora rifugiato a Roma ed attendeva solo a grandeggiare, sicchè la voce della sua partecipazione alla congiura non avea davvero ombra di fondamento(298). Non di meno, col mettere innanzi i nomi di quegli alti personaggi, fra Dionisio potè dare un prestigio grandissimo alla congiura, e col mettere innanzi i nomi de' Vescovi, del Card.l S. Giorgio e del Papa, potè ad un tempo farle acquistare sempre maggiore prestigio ed anche attenuare l'impressione destata dall'aiuto del Turco e dalla professione di principii eterodossi, notizia che si era abbastanza diffusa e che non avea potuto riuscire gradita a moltissimi fra coloro i quali avrebbero forse preso parte alla ribellione: d'altronde l'ora della venuta del Turco si avvicinava nè c'era più tempo da perdere, e questa circostanza, ancor più dell'altra della sua esasperazione per la condanna avuta dal Visitatore, ci apparisce un motivo plausibile dell'essere ricorso a mezzi di eccitamento d'ogni genere, anche a mezzi del tutto diversi da quelli che avea fin allora prescelti.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Primo
di Luigi Amabile
pagine 725

   





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