Pagina (368/725)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      La prima denunzia giunse in Napoli, per mezzo del fiscale, il 18 agosto, la seconda, direttamente, il 24 agosto, e in tale ultima data il Vicerè ne trasmetteva copia a Madrid, dando conto de' provvedimenti fatti e della impressione ricevuta: tutto ciò si rileva dalla sua prima lettera scritta al Re su tale argomento(311). Fin dal 18, all'arrivo della prima denunzia, egli spedì subito un corriere all'Ambasciatore di Spagna in Roma D. Antonio de Cardona Duca di Sessa, avvertendolo di ciò che accadeva "e scrivendogli un'altra lettera da potersi mostrare a S. S.tà", nella quale diceva che certi frati e clerici in Calabria facevano trattative col Cicala, e che perciò supplicasse S. S.tà di "restar servita" di permettergli che per l'investigazione di tal negozio potesse prendere i frati e clerici che fossero colpevoli, ciò che S. S.tà fece con molto piacere, richiedendo che li traducesse alla carcere del Nunzio che teneva in Napoli, ma che se gli paresse altro, lo lasciava nelle sue mani. Dippiù, quantunque ritenesse la cosa senza fondamento, il Vicerè pensò ad inviare in Calabria una persona capace d'investigare con ogni segretezza e carcerare i frati nominati nella relazione, procurando di avere in poter suo tutte le loro carte; e scelse Carlo Spinelli, di cui avea trovato in Napoli molto buona relazione, e che oltre all'essere buon soldato era anche molto prudente ed accorto, e perciò si era servito di lui il Duca di Ossuna a tempo del tumulto della città (il tumulto contro l'Eletto Starace), e lo avea fatto Reggente della Vicaria, nella qual carica in pochi giorni avea presi i più colpevoli tra' delinquenti; lo scelse anche perchè gli sembrò che sarebbe stato la persona la quale avrebbe potuto andare con minor rumore, con voce che sarebbe andato a difendere la costa (a difenderla dal Turco siccome avea fatto altra volta). Del resto, egli diceva, "mi pare grande stravaganza mischiare il Papa e il Card.l S. Giorgio col Turco; che se fosse stato col Re di Francia o con qualche potentato d'Italia non mi sorprendeva, poichè, secondo mi ha avvertito il Duca di Sessa, già altra volta si sono tentati questi rumori da gente inquieta e di poca sostanza; e così mi persuado che solamente da' frati sono uscite queste invenzioni, chè d'uno di loro tengo relazione essere apparecchiato, per credere di lui qualunque novità". Parevagli pure stravaganza ciò che dicevano del Principe di Bisignano, del Duca di Vietri e di D. Lelio Orsini: con tutto ciò, egli soggiungeva, "per non errare è mestieri pensar sempre al peggio". Aveva quindi ordinato al Fiscale di andare a S.ta Eufemia, ove dovea sbarcare Carlo Spinelli, per farvi una certa informazione, perchè nell'Audienza non sospettassero a che fine egli là si recava, e di vedersi quivi con lo Spinelli, il quale, informato bene del caso, avrebbe nelle mani i frati e i più colpevoli, e glie ne darebbe avviso.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Primo
di Luigi Amabile
pagine 725

   





Napoli Vicerè Madrid Ambasciatore Spagna Roma D Antonio Cardona Duca Sessa Calabria Cicala Nunzio Napoli Vicerè Calabria Carlo Spinelli Napoli Duca Ossuna Eletto Starace Reggente Vicaria Turco Papa Card S. Giorgio Turco Francia Italia Duca Sessa Principe Bisignano Duca Vietri Lelio Orsini Fiscale Eufemia Carlo Spinelli Audienza Spinelli