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      va, nella stessa occasione, diede egualmente cartelle, in cui erano scritte le rivelazioni da doversi fare, a Mario Flaccavento e a Tommaso Striveri che non erano stati esaminati in Calabria"; or bene quest'ultima circostanza, almeno per Tommaso Striveri, sappiamo certamente essere inesatta, risultando il contrario del pari dagli Atti esistenti in Firenze, mentre poi e l'uno e l'altro si trovano già rivelanti con la denunzia in quistione.
      È del tutto naturale l'ammettere che la denunzia sia stata subito inviata al Vicerè, il quale ebbe poi a comunicarla allo Spinelli: ma essendo la cosa passata per la via dell'Audienza, il segreto fu svelato, e il motivo della venuta dello Spinelli fu presto capito. Ne dovè quindi trapelare qualche cosa, e parrebbe che specialmente D. Alonso il Governatore non si fosse creduto nel dovere di mantenere il segreto, onde poi lo Spinelli ebbe a dolersi di lui col Vicerè. Certamente, nello stesso giorno in cui la denunzia fu consegnata, il Vescovo di Catanzaro seppe ogni cosa; ed essendo amico di fra Dionisio, e tenero della Religione Domenicana che vedeva compromessa, avvertì fra Dionisio il quale trovavasi tuttavia in Catanzaro, eccitandolo a salvarsi. Costui prese allora nel suo convento la prima giumenta che gli capitò sotto mano e partì. Vedremo tra poco dove egli andò, pensando a tutt'altro che ad una fuga pura e semplice; per ora vogliamo accertare che questo accadde appunto il giorno 25, avendo da una parte, nel processo di eresia, una lettera del Vescovo al Visitatore in tale data, che copertamente accenna al fatto in quistione, e d'altra parte, nel Carteggio del Vicerè, una lagnanza dello Spinelli contro il Vescovo, che "fece fuggire fra Dionisio due giorni prima che egli arrivasse". E dobbiamo anche rettificare quanto ne disse nella sua Narrazione il Campanella, che si studiò di porre le cose sotto altra luce a questo modo: "Bibbia e Lauro consultati dallo Xarava avvisaro al F. Dionisio che si fuggisse perchè venia Spinello contro lui; e poi il medesimo Xarava fè intendere questo al Vescovo di Catanzaro amico di F. Dionisio che lo facesse fuggire, perchè saria stata la ruina del clero se F. Dionisio era preso; et il Vescovo che suspicò per le discordie, scomuniche et interdetti, che ci fosse qualche trattato, pregò F. Dionisio benchè ripugnante che fuggisse, e Bibbia e Lauro li donaro cavalcatura e commodità, perchè con la fuga di Dionisio si donasse colore alla congiura arrivando Spinelli, e li dissero che pur facesse fuggire il Campanella et avvisaro a Mauritio che fuggisse". Ma invece nel Carteggio del Vicerè troviamo che lo Spinelli si lagnò di D. Alonso de Roxas perchè avea proceduto "inconsideratamente"; e se si volesse ritenere che lo Spinelli non sia stato bene informato, avremmo pur sempre di certo che "la cavalcatura" non venne donata a Fra Dionisio da' rivelanti, ma venne da lui presa nel convento; infatti nel processo di eresia che poi si fece, tra le molte cose affermate intorno a fra Dionisio vi fu anche quella che avea "robbato una giumenta del convento" per fuggirsene; l'affermò fra Giuseppe d'Amico priore del convento di Soriano, e non apparisce alcun motivo plausibile per non prestargli fede.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Primo
di Luigi Amabile
pagine 725

   





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