Pagina (426/725)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Così menavasi innanzi il processo ecclesiastico, e pur troppo il metodo non fu mai cambiato per tutto il tempo in cui esso si svolse nella Calabria: invano si cercò di apprestarvi qualche rimedio, e continuò sempre, anzi in modo anche più grave, l'impiego delle minacce e maltrattamenti non che delle lusinghe e false promesse, l'uso di non scrivere ne' processi verbali se non quello che piaceva a' Giudici, l'intervento degli Ufficiali Regii nelle sedute del tribunale, e poi la comunicazione scritta, a loro richiesta, delle cose che vi si raccoglievano, fino a quando la causa non venne tratta a Napoli e commessa a Giudici molto più degni. Da' precedenti è manifesto che non si creavano accuse essenzialmente false, e questo c'interessa molto che rimanga ben fermato: non si creavano accuse essenzialmente false, poichè è indubitato che le cose le quali si raccoglievano, così dal lato religioso come dal lato politico, erano state nella loro massima parte ventilate tra gl'inquisiti; ma è indubitato del pari che si esageravano nel peggior modo, si accumulavano interamente sul capo di ciascuno inquisito senza distinzioni, e sopratutto con le arti più inique si facevano testimoniare anche da coloro i quali ne sapevano poco o nulla, per ribadirle in guisa da chiudere ogni via di scampo agl'incolpati. E già con le sole tre deposizioni finora esposte si era pervenuto a risultamenti della più grande importanza, ed è certo che più tardi lo Xarava ottenne di vederle e di averne copia. Si trovano infatti nel processo segni ed appunti marginali sulle cose della ribellione vergati da una mano differente da quella solita a far lo stesso sulle cose di eresia, e non è per nulla arrischiato l'ammettere che que' segni ed appunti sieno stati vergati dallo Xarava: inoltre si trova ancora in Simancas la copia di queste deposizioni tutte intere, estratta, collazionata e firmata da fra Cornelio per ordine del Visitatore in data del 12 settembre, con la speciosa clausola "praevia protestatione in forma et citra poenam sanguinis et ad evitandum poenas irregularitatis", mentre le prescrizioni categoriche della procedura ecclesiastica lo vietavano assolutamente(361). - Possiamo frattanto ritornare allo Spinelli e allo Xarava, e vedere i progressi che costoro fecero nella persecuzione e cattura degl'incolpati, come pure nella compilazione del processo al quale attendevano.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Primo
di Luigi Amabile
pagine 725

   





Calabria Giudici Ufficiali Regii Napoli Giudici Xarava Xarava Simancas Cornelio Visitatore Spinelli Xarava