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      Probabilmente lo Xarava si comportò col Campanella in un modo affatto diverso da quello usato dal Morano e dal Ruffo, dandogli buone parole, condolendosi e lusingandolo, per mantenerlo ben disposto a largheggiare in una "Dichiarazione che volle fare di sua mano" innanzi a lui. La scrisse difatti molto larga e
      con qualche condiscendenza, siccome si rileva specialmente verso la fine di essa, là dove si trovano due periodi, in uno de' quali sono registrati certi nomi di fuorusciti, e in un altro, più chiaramente aggiunto, è registrato il nome del Rania, di cui egli non si era ricordato prima e da ultimo si ricordò dietro suggerimento dello Xarava: siffatta circostanza, e poi il suo silenzio costante su questa Dichiarazione scritta, e il suo odio mortale verso lo Xarava manifestato sempre con gli epiteti più atroci in prosa ed anche in versi(368), ci menano a credere non aver lui mai più potuto rammentare senza vivissimo sdegno che, sebbene maestro in astuzie, si fosse lasciato trarre in inganno da quest'uomo di "volpino pelo", mentre solamente più tardi, dopo ottenuta la Dichiarazione, lo Xarava dovè scovrirsi nel senso di sostenere che questi frati avessero a morire jure belli, inconsulto Pontifice.
      La Dichiarazione del Campanella merita di essere ben ponderata. Abbiamo già dovuto riportare sparsamente, durante tutta questa narrazione, le notizie che vi si contengono, ma non possiamo dispensarci dal darne qui uno schizzo, per vederla nel suo complesso e farvi qualche commento(369). In essa, accennati i suoi studii di profezia, i prossimi mutamenti da lui aspettati "nel Regno de Napoli che fu sempre de revolutione", i pareri analoghi anche di varii uomini insigni napoletani e stranieri, le cose prodigiose apparse in quell'anno, la sua predica intorno a questi fatti, la pace tentata tra' Contestabili e i Carnevali, il Campanella rivela diffusamente i desiderii d'indipendenza dal Governo spagnuolo che gli manifestarono Geronimo di Francesco e Giulio Contestabile, l'odio di Giulio verso gli Ufficiali spagnuoli, l'oltraggio da lui fatto ad un'immagine del Re Filippo in presenza anche del Petrolo, la fiducia di lui in Marcantonio e ne' numerosi amici e parenti e perfino ne' turchi.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Primo
di Luigi Amabile
pagine 725

   





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