Pagina (437/725)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Poi cita altri individui di Stilo co' quali ha parlato della prossima mutazione, e dice che col Pizzoni e fra Dionisio ne parlavano sovente, ed essi mostravano di gradirla. In sèguito viene a Maurizio e racconta che costui lo interrogò sulle mutazioni, mostrandosene lieto, e aggiungendo che se così fosse stato avrebbero avuto molti amici, e che egli, il Campanella, gli disse che chi tiene molti amici può diventar grande, adducendo molti esempi di uomini divenuti grandi ed animandolo al bene. Poi parla dell'andata ad Arena ed a Pizzoni, dove vide il Crispo, e dice che discorrendosi delle mutazioni, costui si vantò di avere amici se vi fosse bisogno di far guerra, ed egli approvò che ne avesse molti. Ma da una lettera di Giulio Contestabile seppe che Maurizio era andato sulle galere di Amurat, e recatosi quindi a Davoli presso il Pittella, seppe da Maurizio che realmente vi era stato ed avea trattato che venisse l'armata turca, giacchè volea pigliare Catanzaro e la provincia, ed avea "capitolato" che i turchi non avrebbero dovuto tenere dominio a lungo ma solo assistere nel mare, contentandosi poi del traffico nel Regno, e gli mostrò una scrittura in lingua turchesca, ed egli si lamentò di quest'atto, facendogli notare che i turchi non osservano fede, e volea rompere ogni relazione con lui. Vide allora il Franza, il Cordova ed un altro, chiamati da Maurizio a Davoli, e pregato di parlare delle mutazioni non potè non confermarle; fu anche invitato a volere esser capo e predicare, ma si negò e si partì per disgusto.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Primo
di Luigi Amabile
pagine 725

   





Stilo Pizzoni Dionisio Maurizio Campanella Arena Pizzoni Crispo Giulio Contestabile Maurizio Amurat Davoli Pittella Maurizio Catanzaro Regno Franza Cordova Maurizio Davoli