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      Tenendo presenti queste date, si può calcolare che verso l'11 settembre lo Xarava, ottenuta la Dichiarazione scritta dal Campanella, ne andò a chiedere un'altra al Pizzoni; e in tale circostanza vide il processo ecclesiastico e vi fece al margine que' segni e quegli appunti di cui si è parlato altrove, e scorgendo che le tre prime deposizioni avevano un'importanza grandissima, se ne fece subito estrarre la copia. Quanto alla Dichiarazione scritta dal Pizzoni, ne conosciamo l'esistenza ed anche il contenuto dagli Atti che si conservano nell'Archivio di Firenze(371), con quest'altro particolare, che ad essa andava unito un "Alfabeto in cifra del Pizzoni col Campanella". Nella Dichiarazione, secondo il sunto fattone dal Mastrodatti, il Pizzoni scrisse che "fra Tomase Campanella, et fra Dionisio Ponsio havendosi scoverto di volere introdurre nove leggi, et nuovo modo di vivere, introducendo la libertà con il favore di alcune profetie, et delli Cieli, per Astrologia, andavano procurando amicitia di banniti per dar principio à tal impresa, et havendolo ripreso di queste male prattiche, pensieri, et false profetie, che non sono cose di riuscire, loro risposero che era codardo, e da poco, et che loro non sono tanto impotenti quanto esso fra Gio. Battista si crede, per che adesso li bastano questi pochi banniti à dar principio à tal impresa, et che dopoi alcuni mesi scorsa la nova haveriano havuto soccorso da Venetiani, et da Turchi, et altri Principi, et particolare da D. Lelio Ursino, il quale diceva esser andato à Sua Maestà in spagna, per ottenere, di venire protettore, et poi soccedere nel Principato di Bisignano et ottenere di tenere Compagnia di gente armata, sotto pretesto di guardare il Stato, ma poi dato principio a tale rivoltare, li darà in suo favore la gente predetta armata, et il Stato ancora, et che lui tiene nelle sue terre un fra Gregorio di Nicastro che và explorando le genti sotto habito di Merciaro, et venditore di figure". In somma il Pizzoni non scrisse diversamente da quanto avea deposto innanzi al Visitatore e a fra Cornelio riguardo alla congiura, ed anzi rivelò qualche cosa di meno, aumentando solo l'importanza della parte che avrebbe dovuto rappresentare D. Lelio Orsini: se non che scrisse tutto di suo pugno, in modo da non poter più poi sostenere che talune cose fossero state falsamente aggiunte, siccome fece per la deposizione redatta da fra Cornelio; e sappiamo che lo Xarava questa volta ebbe cura di corredarla di una fede del Mastrodatti e della testimonianza di due persone, che certificarono la Dichiarazione essere stata scritta dal Pizzoni in presenza dello Xarava, e da lui consegnata al medesimo.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Primo
di Luigi Amabile
pagine 725

   





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