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      Veniamo a fra Pietro Ponzio. Egli fu preso in Oppido, insieme col fratello Ferrante che sappiamo in ufficio di Vice-Conte o governatore di Oppido, per mano di Scipione e Marcello Silvestro e Pietro Paolo Salerno mandati da D. Carlo Ruffo, il quale poi gli disse essere stato catturato perchè fratello di fra Dionisio; e veramente egli non aveva altre colpe che questa parentela ed un'affettuosa amicizia pel Campanella, ed intanto era stato fin da principio denunziato come uno de' tre frati che menavano innanzi la congiura. Inoltre fu preso anche fra Giuseppe Bitonto, e costui in circostanze degne di nota. Fuggito dal convento di Condeianni dove avea l'ufficio di Vicario, e portatosi in una vigna di Gio. Tommaso Campo suo zio, nelle vicinanze di S. Giorgio, egli si era nascosto in un pagliaio, vestito da secolare, fattasi radere la corona e crescere la barba, ed armatosi di fucile e di pugnale. Ottavio Gagliardo, con Muzio Barone e Gio. Domenico Rodino, lo presero in quel pagliaio, "armato di scoppettuolo di tre palmi et un pugnale, et a tempo lo volsero pigliare, volse rancare il pugnale", come si legge negli Atti esistenti in Firenze. Vedremo più in là i particolari anche degli abiti così del Bitonto, come del Campanella e del Petrolo, che furono i tre frati fin qui presi in veste secolare; vedremo dippiù essere stati presi pure alcuni altri frati, nè soltanto Domenicani, ma questi furono di secondaria importanza, in numero anche più ristretto, e presi più tardi, sicchè non occorre parlarne in questo momento.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Primo
di Luigi Amabile
pagine 725

   





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