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      Fu quindi più volte richiamato ed inutilmente interrogato tra le lusinghe e le minacce, senza che se ne fosse redatto il processo verbale. Ma come mai fra Pietro potè qualificare così prontamente il Campanella "in alcune cose sceleratissimo"? Passiamo sopra alla parola, che potè essere adoperata da fra Cornelio invece di qualche altra meno grave che fra Pietro ebbe a pronunziare; quanto alla sostanza, si venne poi a conoscere che nelle carceri di Monteleone egli ebbe modo di sapere qualche cosa dal Pizzoni, il quale gli dovè certamente dire di aver rivelato molte cose di eresia, giusta le sollecitazioni del Visitatore, per poter uscire dalle mani de' giudici secolari; egli dunque si metteva parimente in siffatta via (ma vedremo con quanta discrezione), se non che non poteva dichiarare di aver udito cose di eresia dalla bocca del Campanella, senza incorrere nella responsabilità di non averle rivelate alle Autorità competenti, tanto più che trovavasi Vicario del convento in cui il Campanella avea stanza. Ad ogni modo fra Pietro, il meno acceso, il più quieto tra tutti, seppe dare egli solo un certo esempio di fortezza, della quale si può intendere la misura considerando il terrore e la demoralizzazione generale: fino all'ultimo fra Cornelio ebbe a dirgli, "tu solo non puoi portare il carro, et si tu solo sarai pertinace, tu solo morirai", ed egli seppe resistere a tante pressioni.
      Nel giorno medesimo gl'Inquisitori interrogarono fra Domenico Petrolo, e costui, secondo la natura sua, si mostrò in tutt'altro modo.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Primo
di Luigi Amabile
pagine 725

   





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