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      Basterà dire che potè scrivere al Gran Duca: "queste Ecc.ze mi amano et mi tengono in assai buona opinione, confidano loro negotii, et mi ammette la Sig.ra Contessa particolarmente padrona del marito (scritto in cifra) a' trattenimenti del giocar seco alla primiera"; inoltre, "la Sig.ra Vice Reina mi chiama come creato di casa etiandio mentre la stà a letto"(416). Con una simile qualità egli nelle sue lettere riesce molto esatto, ma è più che sobrio ed aggiunge poco o nulla alle cose che conosciamo mediante il Carteggio Vicereale; con la qualità di prete poi egli dà prova perfino di lepidezza, quando fa intravvedere che il Campanella sarà bruciato vivo come eretico. Il 21 settembre egli ebbe dal Vicerè "pieno ragguaglio delle cose di Calabria", e non mancò di far venire dal Gran Duca lettere di congratulazione per la "scoverta et insieme oppressa congiura". Quanto al Residente di Venezia, occupava allora tale ufficio Gio. Carlo Scaramelli, venuto in Napoli nel luglio 1597, già vecchio in diplomazia avendo funzionato da Segretario pure in Costantinopoli, e quindi da lungo tempo consapevole de' malanni e delle miserie de' calabresi, de' quali in Costantinopoli si trovava una colonia(417). Assai più diffuso del Battaglino, nelle sue lettere egli scriveva quanto poteva raccogliere da ogni parte, e quindi scriveva anche parecchie frottole le quali dovevano allora aver corso nella città, ciò che ha pure il suo lato importante. Così rilevasi che fin dalla 2a settimana di settembre già era penetrata in Napoli la notizia della scoperta della congiura, la quale riferivasi a Catanzaro, promossa dal Campanella, in relazione col Turco che avrebbe dovuto occupare Stilo!


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Primo
di Luigi Amabile
pagine 725

   





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