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      Aggiunse ancora essergli stato detto da fra Dionisio, che egli medesimo e il Campanella avevano mandato in Turchia a trattare col Turco acciò fosse venuto in soccorso "volendogli dare molte fortellezze e terre in potere", e che a tale effetto nel mese di giugno era venuto Amurat Rais con le galere per conchiudere la ribellione, e su quelle galere era andato Maurizio de Rinaldis ed avea conchiuso che l'armata fosse venuta in settembre; che egli, il Mileri, con quelli da lui nominati "e tutti gli altri che erano concorsi", aveano concertato che alla venuta dell'armata turchesca sarebbero entrati nelle terre, avrebbero ammazzato tutti gli Ufficiali e coloro i quali ricusavano di aderire, e avrebbero dato aiuto all'armata turchesca "acciò fusse entrata dentro dette provintie et impatronitasi delle terre con fortellezze". Infine, interrogato sulla causa della ribellione, depose che "fra dionisio, quando li cominciò à ragionare di questa rebellione, li disse, che il Rè era uno tiranno et mandava tanti alloggiamenti, et li facea pagare pagamenti fiscali et non l'havea voluto mandare l'indulto, e li tenea cossì oppressati, e perciò li persuase si fusse rebellato perchè saria vissuto liberamente et senza tanti travagli, et esso deposante si contentò ribellarsi per vivere liberamente senza essere soggetto alla Corte, et aspettava la giornata che si havea da fare". Fu questa la deposizione del Mileri, ed essa mostra che questo giovane senza esperienza, il quale certamente non era stato fatto consapevole di molte particolarità sulla congiura, dovè non solo perdersi di animo, ma anche concepire grandi speranze di potersi salvare prestandosi alle più estese rivelazioni.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Primo
di Luigi Amabile
pagine 725

   





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