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      Dopo che ebbe deposto, gli fu amministrata la tortura, durante la quale confermò ogni cosa, ma rettificò ciò che concerneva Gio. Francesco Nuzzi, dicendo che non era intervenuto nel trattato. È lecito credere che non dovè sottostare ad una grossa tortura, poichè evidentemente avea rivelato anche troppe cose, e in quanto a sè medesimo avea confessato nel più ampio modo: la tortura dovè essergli amministrata, come allora si diceva, "ad tollendam omnem maculam et ad afficiendos complices", e riesce senza dubbio notevolissimo che in essa egli ebbe piuttosto a diminuire le rivelazioni fatte. Circa poi il merito di queste rivelazioni, non può non colpire che mentre aveva accompagnato fra Dionisio per diverse terre e vistolo confabulare con parecchi, non fosse giunto a conoscere il nome di alcuno, neppure delle persone di Nicastro sua città natale, oltrechè, impegnatosi a trovar socii, in tanto tempo non avesse saputo trovare che il solo Dell'Ioy; e frattanto diceva essersi "concertato con tutti glialtri che erano concorsi" e con costoro dover fare la rivolta ed aiutare l'armata turca, per darle le terre e le fortezze, come ripeteva più volte. Si può facilmente qui vedere la sollecitazione dello Xarava, che con ogni probabilità dovè perfidamente lusingare l'ingenuo cospiratore, e co' suoi interrogatorii suggerirgli quanto volle che egli deponesse. Il Mileri avea ben potuto conoscere che c'era un progetto di rivolta e decidersi a prendervi parte; forse avea potuto anche udire da fra Dionisio le mutazioni previste dal Campanella, poniamo anche doversi avere l'aiuto del Turco, e perfino dover essere D. Lelio Orsini il futuro padrone del Regno, perocchè fra Dionisio si era già posto in via di dirne d'ogni specie per eccitare gli animi: ma difficilmente avea potuto sapere più di questo, onde si spiega il fatto che a suo tempo vedremo, dell'avere cioè anche lui, quando veniva barbaramente giustiziato, con altissime grida smentite le cose dette.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Primo
di Luigi Amabile
pagine 725

   





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