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      E però la sorte sua non poteva esser dubbia.
      Quanto a Gio. Battista Vitale, egli avrebbe voluto imitare Maurizio ma non ci riuscì(455). Nella deposizione disse, che essendosi scoverto un trattato fatto da fra Dionisio e dal Campanella di ribellarsi e far venire i turchi "et si dicea che Mauritio era andato in torchia per questo effetto", e vedendosi che si carceravano tutti gli amici che aveano conversato co' predetti, Maurizio risolvè che se ne fossero andati a Venezia e a S.ta Maria di Loreto, sino a che passasse la furia e si scoprisse la verità; e così partirono da Davoli, dove stavano già da nove mesi in casa di D. Marco Antonio Pittella. Si venne quindi alla tortura, ed egli non resse allo strazio: ecco qui raccolti e disposti alla meglio i brani sparsi della sua lunga confessione. Narrò che da nove mesi erano assenti da Guardavalle insieme con Maurizio "per certe pugnalate", ricoverati a Davoli in casa del Pittella, e con costui Maurizio diceva avergli il Campanella manifestato che "quest'anno" doveano esservi grandi guerre e rivoluzioni e il Regno dovea mutare padrone, e che insieme col Campanella aveano concertato di far gente e far ribellare quelle provincie. Che dopo alcuni giorni Maurizio era andato a trovare il Campanella, e quindi avea detto che con lui e fra Dionisio si era concluso di effettuare detta ribellione, e per facilitarla "volevano invocare l'aggiuto et favore del turco che li mandasse l'armata, con la quale e con l'aggiuto de' Popoli haveriano levato questo regno dal dominio del Rè di Spagna e fattolo republica, et che esso fra Thomase haveria fatto nova legge, et ridotto ogni huomo à libertà naturale, et mandato molti predicatori predicando la libertà, et che haveano parlato à questo effetto a molti di Stilo parenti del detto Mauritio di Casa Carnevale e Sabinis come di casa Condestabile, et altri loro parenti et amici; alli quali fra Tomase con fra Dionisio haveano parlato, et procuravano far pacificare li Carnevali con li Conestabili, per che si haveano da trovare in detta rebellione per quanto diceva detto Mauritio". E dietro interrogazione, specificando meglio le persone, aggiunse, "che Mauritio li disse, quando tornò da Stilo, che li parenti suoi et altri, che s'haveano da trovare a detta rebellione, erano Gio.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Primo
di Luigi Amabile
pagine 725

   





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