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      Paolo Carnevale e con lui Tiberio Carnevale(457), ma non Fabio CarnevaleFabio Contestabile, che troveremo in qualità di testimoni in un'altra Informazione ecclesiastica presa dal Vescovo di Squillace nel novembre e dicembre di questo stesso anno 1599. Quanto poi a Marcantonio Contestabile, egli rimase sempre contumace, e vedremo che dal tribunale di Napoli fu dichiarato forgiudicato, con Gio. Francesco d'Alessandria, Alessandro Tranfo, Matteo Famareda, Francesc'Antonio dell'Ioy, e Tulibio dello Doce (o Dolce), come del pari Gio. Geronimo Prestinace e forse anche Fulvio Vua, che sappiamo essersi entrambi nascosti(458); inoltre Geronimo Baldaya, che fu certamente preso ed interrogato circa una lettera di Maurizio a Gio. Francesco Ferrayma trovata chiusa presso di lui(459), dovè essere rilasciato e poi ricercato di nuovo, probabilmente dietro le confessioni del Vitale, e vedremo anche lui dichiarato forgiudicato, ma presentatosi e processato in Napoli, liberato e poi ricercato ulteriormente, come si dirà a suo tempo. Aggiungiamo ancora che delle altre persone ecclesiastiche nominate o sospettate come aderenti alla congiura fu successivamente preso un certo numero, all'infuori del Jatrinoli e di Gio. Jacovo Sabinis, i quali doverono rimanere fuggiaschi, non essendoci pervenuta alcuna notizia di Atti giudiziarii concernenti le loro persone. Fin dal 23 settembre era stato già preso fra Scipione Politi Francescano, conosciuto come amico intimo del Campanella; l'Auditore Gio. Lorenzo Martire andò a carcerarlo nel convento medesimo di Stilo dove egli dimorava(460). Fu poi preso l'8 ottobre fra Pietro Musso di Monteleone Domenicano, che il barricello di Monteleone carcerò sotto il castello di quella città: un fra Leonardo suddito di fra Pietro, mentre costui volea farlo carcerare, lo denunziò come amico del Campanella, e un D. Domenico Pulerà di Pimeni presentò allo Xarava due lettere dirette a fra Pietro e rinvenute fin da luglio in un libro di lui durante una visita che gli fece, una di fra Dionisio del 10 giugno e l'altra del Pizzoni del 25 luglio, nelle quali si parlava di congregazione di fuorusciti e di armi; inoltre un nipote di questo fra Pietro andò caritatevolmente a deporre che il Pizzoni era stato in luglio a visitare suo zio nel convento di Maierato e gli portò due pistole ed un fucile, ed egli stesso, fra Pietro, si procurò un'altra pistola e con queste armi se ne andò, soggiungendo che nell'udire la cattura del Campanella e di fra Dionisio avea detto che gli dispiaceva(461). Inoltre fu preso un fra Vittorio d'Aquaro sacerdote Agostiniano, il 9 ottobre, sulla via di Mamola, mentre tornava dalla Sicilia in Calabria: fu preso un fra Giuseppe da Polistina, terziario Domenicano, in Reggio, mentre di là s'imbarcava per Messina, ad oggetto di ricuperare certe robe lasciate in eredità al suo convento.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Primo
di Luigi Amabile
pagine 725

   





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