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      Certamente in Gerace gli ordini di Roma per lo meno non furono interpetrati a dovere. Lungi dal prendere altre informazioni con secretezza e diligenza laddove occorressero, si volle procedere all'esame non solo di diversi altri prigioni ma anche di quelli già esaminati scegliendo opportunamente gl'individui che sarebbero risultati in danno: così fu esaminato di nuovo Giulio Soldaniero senza rivelarne la condizione di guidato, fu esaminato il clerico Pisano che era stato già perfino torturato dallo Xarava e il clerico Caccìa che fu lasciato poco dopo torturare egualmente senza prenderne nota e senza farne alcuna rimostranza, ma non furono esaminati il clerico Contestabile e i frati Politi, Musso, Aquaro, Polistina, oltre fra Dionisio, verosimilmente perchè si sapeva dover risultare per lo meno negativi; e furono dal Vescovo e dal Visitatore commessi gl'interrogatorii a fra Cornelio "come bene informato di tutto il negozio", con la più grande condiscendenza verso gli ufficiali Regii, con una estesa pubblicità e col solito corredo delle suggestioni, delle minacce, de' terrori, senza farne mai parola ne' processi verbali. Allorchè gl'infelici prigioni vennero in Napoli, questi fatti si scovrirono mano mano, nè soltanto per opera degl'interessati ma anche per opera degli altri carcerati, come p. es. del Contestabile e del Di Francesco, che aveano vista o udita una parte di quegli scandali: lo Xarava medesimo disse ingenuamente al Vescovo di Termoli Giudice dell'eresia, che il Pizzoni non voleva confessare ma che alle insistenze di lui testificò, e il Vescovo non mancò di farlo sapere a Roma, togliendo così ogni dubbio possibile su' fatti asserti(462). - I prigioni si trovavano nelle carceri del castello dette "la Marchesa". Fra Cornelio andava là a catechizzarli individualmente, manifestando sempre che "per sutterfugger lo giudicio temporale" bisognava deporre eresie: questo fece anche col Pizzoni eccitandolo a confermare l'esame primitivo, come attestò poi il Di Francesco che trovavasi nella medesima carcere; ma principalmente egli cercò di catechizzare coloro i quali non si erano esaminati ancora, e massime i due clerici, Cesare Pisano, che non ne avea bisogno essendosi già prestato, e Gio.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Primo
di Luigi Amabile
pagine 725

   





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