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      Lo stesso fece il Lauriana e si giunse finalmente al Petrolo. Il Petrolo(468) confermò del pari il suo esame primitivo ma volle emendate due cose; la prima, che il Campanella avesse comunicate le sue opinioni a' gentiluomini da lui nominati, ciò che era stato detto per errore; la seconda, che egli avesse lasciato l'abito per timore di esser preso ed ucciso dalla Corte, mentre dovea dirsi per timore di essere ucciso da Maurizio de Rinaldis, avendo lui, Petrolo, sconsigliato il Campanella di recarsi presso Maurizio.
      Il 18 ottobre, fu esaminato Giulio Soldaniero(469), il quale egualmente confermò e ratificò l'esame primitivo. Due cose pertanto si fanno notare nel processo verbale del suo nuovo esame; la prima, che il Visitatore neanche questa volta vi fu presente; la seconda, che fra Cornelio gli suggerì "che avverta aver detto queste cose per zelo della fede e della religione, come pure della fedeltà che deve al Serenissimo Re, e non per odio ne passione alcuna", e il Soldaniero rispose, "io l'ho detto per zelo della fede et per fideltà ch'ho portato et porto a Re Filippo nostro Signore et non per odio ne passione alcuna"!
      Il giorno seguente, 19 ottobre, furono esaminati il Pisano e il Caccìa, ed anche per costoro fu dato a fra Cornelio l'incarico di esaminare, quasi che fossero semplici testimoni e non già principali. Il Pisano fu, al solito, loquace oltre misura(470). Disse trovarsi carcerato "per conto della rebellione procurata in questi Stati", e dietro successive interrogazioni rispose, che andando lui carcerato in Castelvetere, il Bitonto gli disse di stare allegramente perchè avrebbe nelle carceri trovato il Gagliardo molto amico suo, ed andatovi, il Gagliardo gli si presentò come amico del Bitonto, il quale era stato una volta col Jatrinoli a visitarlo in quelle carceri; e così egli, il Pisano, cominciò allora a parlare al Gagliardo della ribellione.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Primo
di Luigi Amabile
pagine 725

   





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