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      Come ben si vede, egualmente da siffatto lato la deposizione di fra Pietro venne ad aggravare la condizione del Campanella, sebbene fosse stata condotta con una discrezione notevolissima. I Giudici non poterono essere soddisfatti, perchè si aspettavano da lui molto più, e manifestamente non a torto. Anche per noi, attese le qualità di fra Pietro, questa deposizione non può non avere una importanza grande, nè solo per quello che dice, ma anche per quello che non dice e lascia trasparire sufficientemente. Il Campanella aveva presagi di vicine mutazioni ed anche presagi grandiosi per la persona sua, insinuava l'utilità di armarsi, aveva molti aderenti e scriveva a fuorusciti per chiamarli a sè: questi grandi tratti bastano a chiarire la causa, e nella farragine di deposizioni d'ogni risma, trovandone taluna come questa, non sospetta, sopra di essa conviene fondarsi per avere una guida meno fallace nella intralciata quistione.
      Poco ci tratterrà il giudizio sul valore delle rimanenti deposizioni. Il Bitonto, negativo in tutto, trovò una scusa per ogni interrogazione, ma una scusa tale da sfidare qualche volta la pazienza de' Giudici, e per tal modo non recò alcun vantaggio a sè nè agli altri. Il Pizzoni poi giunse solo a confermare quanto avea deposto, mentre pure sappiamo che voleva per lo meno emendate alcune cose e non vi riuscì; questo ci comprova che nella prima deposizione avea rivelato più del vero. Lo stesso va detto pel Petrolo, le cui emendazioni non mutarono sostanzialmente le cose, dovendosi tuttavia notare, che quella introdotta per ispiegare meglio la sua fuga venne troppo tardi per potere veramente scusar lui denigrando Maurizio.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Primo
di Luigi Amabile
pagine 725

   





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