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      II. Convinto della vicina fine del mondo e de' grandi fatti che doveano precederla, massime della santa repubblica e secolo d'oro da doversi prima godere, il Campanella fomenta una viva agitazione di aspettativa nella provincia (149). Argomenti da lui trovati ne' libri di profezia e di astronomia per ritenere prossime grandi mutazioni; fenomeni meteorologici che insieme col grave perturbamento della provincia glie le fanno giudicare imminenti; suoi concetti circa tali mutazioni (150). Conversazioni particolari e poi prediche nella Chiesa del convento sul detto tema; moltissimi gli dimandano chiarimenti, perfino il Governatore della provincia; gran credito acquistatosi dal Campanella e motivi di esso (155). Capitolo de' Domenicani, nel quale il Campanella non è chiamato e fra Dionisio risulta in decadenza; trattativa di pace tra' Contestabili e i Carnevali di Stilo, affidata al Campanella dall'Auditore David (159). Componenti delle dette famiglie; Marcantonio Contestabile e Maurizio de Rinaldis, fuorusciti, ne rappresentano il braccio forte (161). Proposizioni del Campanella un po' più spinte anche in materie religiose, oltrechè in politica, aspettandosi, per predizioni astrologiche, di essere Monarca del mondo; amici co' quali conversava, atteggiandosi a riformatore e legislatore (164). Colloquii con Giulio Contestabile e Geronimo di Francesco, con Marcantonio Contestabile e Gio. Tommaso Caccìa egualmente fuoruscito (168). Colloquii con Maurizio de Rinaldis, e notizie circa costui; il Campanella, presenti fra Dionisio e il Petrolo, lo decide a voler concorrere con amici a fondare la repubblica, e gli fa copertamente intendere che sarebbe utile profittare dell'aiuto del Turco (169). Commenti su questi fatti; al Campanella devesi non solo l'idea ma anche l'indicazione de' mezzi per attuarla, rimanendo a lui riservato l'ufficio di futuro capo della repubblica (173). Tutti si pongono all'opera; Maurizio va sulle galere di Amurat venuto alle coste di Calabria; il Campanella è chiamato dal Marchese di Arena a Monasterace (175). Fra Dionisio va con un fra Giuseppe Bitonto e un Cesare Pisano fino a Messina; durante il viaggio sviluppa eresie per eccitare il Pisano; di poi con la stessa compagnia, e con l'aggiunta di un fra Giuseppe di Jatrinoli e un Giuseppe Grillo, dopo altri discorsi di eresie in Stignano, torna presso il Campanella riconducendolo da Monasterace a Stilo (176). Anche Marcantonio Contestabile e il Caccìa, con un altro fuoruscito, tornano a Stilo (180). Altra escursione del Campanella con fra Dionisio e il Bitonto a Castelvetere, per pregare il P.pe della Roccella in favore di Cesare Pisano ivi carcerato; nel carcere veggono un Felice Gagliardo, al quale, come ad altri carcerati, il Pisano parla de' progetti del Campanella e ripete i discorsi di eresia (181). Tornato a Stilo il Campanella eccita il Pizzoni a parlare con Giulio Soldaniero fuoruscito; intanto è chiamato di nuovo dal Marches e di Arena in Arena (184). Il Pizzoni, fra Dionisio e Gio.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Primo
di Luigi Amabile
pagine 725

   





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