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      6°, cap. 5°, p. 381 si legge ancora: "Ita evenit equitanti mihi tota die agitato incitatoque cursu: etenim obtuso dolore coxendices dolere coeperunt. Coenavi ex cerebro porcelli, inter coetera, quod fluxioni est aptum: dolui in profundis coxendicis cum somno executerer; eram adolescens 23 annorum, non multum eruditus in medicinalibus: bibebam frigidum, cum viro principe vescebar laute: ingravescebat dolor, et per menses plures decubui. Sanguinis detractio, in pede, et manu, spasmum fecit, abeante calore. Sanatus in balneis et sudatoriis Puteolanis saepe cantatis, donec omisso frigido potu et lauto vietu in peregrinationibus, exsiccatus, et per cauterium, incidi in febrem tertianam, quae me prorsus sciatica, et cauterio liberavit post duos annos". Successivamente, a pag. 383, si legge: "Sudatoria Agnanae mihi profuerunt". - 3.° Infine a pag. 368 è registrato il caso del P.e Maestro Aquario da lui curato.
      (82) Ved. nell'Arch. di Stato Lettere Regie pe' lettori vol. 1.°, fol. 15 e 34. Da altro fonte abbiamo che l'Aquario sia morto propriamente il 17 luglio 1591 (Chioccarello, De illustribus etc. parte ms. che conservasi nella Bibl. nazionale di Napoli). Egli si chiamava propriamente Mattia de Gibone della terra di Aquaro in Principato Citra, ed era stato lettore in Torino, Milano, Venezia e Roma, dove ebbe anche l'ufficio di Teologo del Card.l di S.ta Severina. Non cessò mai di essere un peripatetico accanito: il Campanella lo disse dottissimo, e tale veramente si mostrò nelle sue opere che furono parecchie; Additiones libr. fratr.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Primo
di Luigi Amabile
pagine 725

   





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