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      Vallis oleti 1552 cap. 55, fol. 196: Jure relapsi dicuntur qui post abiuratam solemniter haeresim, de qua legitime constabat, iterum in eamdem inciderunt;... Hi quoque relapsi dicuntur, qui propter aliquam haeresim simpliciter vel generaliter, ut moris est, abiurarunt et postea in quamcumque aliam haeresim relabuntur... Sed et is relapsus est, qui vehementer suspectus haeresim publice abiuravit, et postea incidit in eamdem... Demum ille relapsus habetur qui post abiuratam haeresim de qua ante abiurationem, vel postea, legitime constat, haereticos acceptat, deducit, visitat, associat, vel eis munera mittit, aut favorem impendit...". Tale è il senso larghissimo del relapso. Nè si creda che esso appartenga alla giurisprudenza di Spagna e non d'Italia: si può rimovere questo dubbio consultando p. es. Umberto Locato, Vescovo di Bagnorea, già Inquisitore di Piacenza e poi commissario generale del S.to Officio di Roma, nel suo Dizionario intitolato "Opus quod Judiciale Inquisitorum dicitur, Romae 1570": vi si troveranno registrati appunto i 4 casi descritti dal Simancas, anche con la designazione compendiosa "deprehensi, vehementer suspecti, in quamcumque, fautores in fautoriam". I due ultimi casi a taluni scrittori di giurisprudenza inquisitoriale sembrarono veramente ammessi con troppo rigore, ma non per questo la giurisprudenza mutò. Abbiamo voluto chiarire con una certa larghezza questo punto, giacchè ci pare inteso alquanto diversamente p. es. dal Berti nella Vita di Giordano Bruno, 1868, pag.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Primo
di Luigi Amabile
pagine 725

   





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