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      Carlo Spinello locotenente di S. E. alhora in Calabria andai à Tropea per carcerare Gio. battista bonazza alias Cosentino forascito, et altri suoi compagni, et havendo inteso che stavano salvati dentro lo monastero de san Francesco de Paolo sito dentro la città di Tropea, non volsi entrare al monastero, ma con la mia comitiva assediai lo monastero che non potessero fuggire, et stava llà guardando, lo dì sequente venne Camillo di fiore con maggior autorità dela mia, et con assai gente armata de Corte, et andò dal vicario del vescovo che non so per nome, et poi venne al monastero col detto vicario, et entrorno dentro lo monastero, et lo detto Camillo li pigliò carcerati, che lo vicario li cacciava dal monastero ad un per uno, et Camillo, se li portò a monte leone, et dallà ad hierace, et a tropea si disse che s'havevano da portare alle carceri del vescovo, ma Camillo li condusse con la sua comitiva alli detti luoghi et io non me intromesi à cosa alcuna quando foro carcerati quelli forasciti che stavano in detto monastero, perche Camillo havea maggiore autorità, è comitiva dela mia, Et io andai con Camillo dove andò con li carcerati, et per tal causa non fui altramente scomunicato, perche non me ne impacciai à cosa alcuna, è così è la verità. - Interrogatus et monitus ut dicat veritatem, et consulat animam suam si fuerit pro causa predicta excommunicatus publice cum affixione cedulonum a Rev.mo DomEpiscopo Tropiensi, vel saltem sibi relatum fuit quod fuerat excommunicatus, Resp.t Io hò ditto, è dico che non fui scomunicato altramente per detta causa ne per altra dal vescovo di tropea, ne da altro, perche io non pigliai carcerati li forasciti, ne io entrai al monasterio dove stavano li forasciti per conto di pigliare li forasciti carcerati, si bene che entrai alla chiesa ad ascoltare la messa, et come fummo a monteleone lo vulgo et huomini di Monteleone dissero che io l'intese, come lo vescovo di tropea havea scomunicato tutti quelli che havevano pigliato carcerati li forasciti che stavano dentro di quello monastero, è dissero ancora che particolarmente haveva scomunicato detto Camillo di fiore perche havea promesso di ponere quelli banniti dentro le carceri del vescovato, è che poi lhavea gabato, et io non intesi tra me essere scomunicato, ne incorso alla scomunica poiche non m'impacciai à cosa alcuna alla carceratione di detti banniti, ne intesi, ne mi fù referito che io fussi stato scomunicato, et per tal causa io sono stato sempre alle chiese, et alli divini officij, et così ha ponto fu la verità, dicens, questo lhò narrato alli miei confessori et me hànno assoluto". Eppure nello stesso tribunale conoscevasi il testo dell'indulto, che egli aveva ottenuto appunto per avere presentato que' ribelli.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Primo
di Luigi Amabile
pagine 725

   





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