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      D'altronde non appariva decifrabile per opera di chi sarebbero avvenute le rivolte e le mutazioni antivedute con le Profezie e co' segni astronomici, nè in qual modo la detta repubblica dovesse riuscire tollerata dal Papa e dal Re, essendo stata profetizzata in beneficio del Papa; egualmente non appariva decifrabile che il Campanella, mentre non voleva l'aiuto de' turchi per la detta repubblica ed avea rimproverato Maurizio che si era spinto a chiederlo, ammettesse doversi una parte de' turchi porre dal lato dei Cristiani, ed avesse continuato a trattare con Maurizio il quale avea concordato l'aiuto de' turchi, e a confabulare con persone disposte o chiamate a fare delle armi un uso più spinto e più pronto. Con ciò manifestamente veniva confermato quanto il Pizzoni, il Lauriana, il Petrolo, oltrechè molti laici, aveano deposto contro di lui, quanto aveano denunziato Biblia e Lauro, potendo solo ammettersi che l'avessero denunziato con la più grande ed iniqua esagerazione. E veniva in pari tempo giustificato quanto il Governo avea detto e fatto sin allora, potendo solo ammettersi che avesse tollerato negli ufficiali suoi lo sfogo della loro ambizione e rapacità sulla povera Calabria, considerandola già ribellata, e però "macchiandola di falsa ribellione", come ebbe a scrivere il Campanella, e come si trova anche scritto, con le medesime parole, dal Residente Veneto, benchè, al pari di altri Agenti accreditati in Napoli, non avesse mai posto in dubbio la congiura o il tentativo di ribellione(93). - Al Campanella potè sembrare, come nella Narrazione ci lasciò scritto, che non avesse confessato "nè ribellione nè voluntà di ribellare" e che i Giudici "accortisi che la confessione era erronea, perchè li altri non pigliassero la medesima fuga, non fecero ch'esso Campanella facesse la confronta a F. Dionisio, et a gli altri, come la facean fare da tutti l'altri che confessavano". Ma naturalmente i Giudici, per quanto videro chiara e limpida, e niente affatto erronea, la confessione di aver voluto ribellare, altrettanto videro oscura e misteriosa, ed al postutto indifferente, la condizione alla quale si diceva subordinata: nè ebbero a temere che fra Dionisio e gli altri, con la confronta avrebbero pigliato "la medesima fuga", poichè non accordavano alcun valore a questa fuga, la quale, per essere stata così denominata dal nostro filosofo, dovrebbe tradursi sotterfugio, onde le profezie e le vedute astrologiche risulterebbero, se non finte, certamente evocate "per tirar la gente a ribellare". E conviene aggiungere che fu una buona fortuna pel Campanella il non essere stata ordinata dai Giudici la sua confronta con fra Dionisio e compagni, poichè null'altro poteva seguirne, se non che costoro sarebbero risultati convinti per opera sua; e fra Dionisio principalmente, che dovè senza dubbio irritarsi per la confessione del Campanella e ne vedremo una prova più in là, avrebbe ben a ragione finito con odiarlo a morte dopo una confronta.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Secondo
di Luigi Amabile
pagine 741

   





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