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      Dichiarò di non aver mai udito il Campanella parlare di Cristo nè di Mosè, e fece rilevare che in Stilo c'era un altro Giulio Contestabile figlio di Lucio, Maestro della confraternita del Rosario e perciò molto assiduo nel convento dei Domenicani (il fatto era vero(182), ma rappresentava una scusa grossolana).
      Il 1° luglio fu interrogato Giulio Soldaniero, testimone importante, che si dovè far venire dalla Provincia. Il Carteggio del Nunzio ci mostra che egli non trovavasi più in Calabria, ma in terra d'Otranto, e che lo si fece venire per mezzo del Vescovo di Nardò; parrebbe pure dall'esame suo che fosse stato tenuto in prigione fin dal marzo, sicuramente ad istanza del S.to Officio. Lo stesso Carteggio ci mostra che appunto per lui la trattazione della causa soffrì un ritardo nelle prime settimane di luglio; poichè alla sua venuta era stato rinchiuso in Castel dell'ovo, e quando si volle esaminarlo, si trovò il solito intoppo del non esserci ordine alcuno del Vicerè, onde il Nunzio ebbe a fare istanza che o si desse quest'ordine o si conducesse il prigione in Castel nuovo(183). Vedremo in sèguito che si fece venire anche il suo fido Valerio Bruno, ed entrambi furono rinchiusi in Castel nuovo insieme co' frati inquisiti. Il Soldaniero, dietro dimande, disse che era stato esaminato da fra Cornelio, e successivamente dal Vescovo di Gerace, dopo di aver mandato il Priore di Soriano al Visitatore per rivelare le cose dettegli da fra Dionisio; e ripetè talune di queste cose, affermando che quando vennero dette o fatte, era presente e consenziente il Pizzoni, e tutto proveniva dal Campanella.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Secondo
di Luigi Amabile
pagine 741

   





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