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      Mentre in Napoli si facevano questi esami, in Squillace nello stesso tempo, dall'8 agosto all'8 7bre, il Vescovo esauriva la sua Informazione supplementare, la quale riguardava interamente la persona del Campanella. Mediante i diaconi selvaggi della sua Corte citò ciascun teste a comparire personalmente innanzi a lui, sotto le solite gravi pene ecclesiastiche, in brevissimi termini: ed egli medesimo nel suo Palazzo, col suo Vicario Sir Agazio Colobraro e coll'Auditore Andrea Mantegna, procedè a quasi tutti gli esami(192). - Eccone un sunto. Vespasiano Vosco dottore di Girifalco dichiarò, che dopo la carcerazione del Campanella udì nella piazza di Squillace dire pubblicamente che costui riteneva Cristo essere un semplice eremita e Maria Maddalena sua concubina. - Gio. Battista Rinaldis dottore di Guardavalle dichiarò di aver saputo dalla sua suocera Dianora Santaguida, vedova di Ottavio Carnevale, che fra Scipione Politi le aveva detto che il Campanella "per stratiare et burlare li patri cappoccini, mentre andavano in Chiesa, li dicia dove andati, ad adorare un appiccato". - Marcello Fonte di Stignano confermò di aver saputo da Geronimo padre del Campanella, che costui non volle predicare in Stilo dicendo di non voler fare l'officio di Cantimbanco. - Il Rev. Scipione Ciordo di Camini confermò di avere udito da alcune persone del suo paese che il Campanella diceva "che la buggera (la fornicazione) non era peccato". - Fabio Contestabile di Stilo confermò che gli era stato detto dal Campanella di pigliarsi spassi e piaceri quanto più poteva "che del resto è pensiero di chi è". - La Sig.ra Dianora Santaguida di S.ta Caterina (questa sola innanzi all'Auditore Mantegna espressamente inviato) dichiarò che da Luzio Paparo suo parente avea saputo di aver lui udito dire che il Campanella diceva, "non vi ca (int. non vedi che) adorano uno impiso"; dichiarò che non avea saputo questo fatto da fra Scipione Politi, poichè costui non era venuto in casa sua, ma nello studio di suo figlio, separato dalla casa sua; aggiunse che l'aveva poi comunicato a Marcello Contestabile suo nipote.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Secondo
di Luigi Amabile
pagine 741

   





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