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      Nè occorre dire che la condotta iniqua de' primi processanti, entrambi devoti alla fazione de' Polistina, accertata anche dal Pizzoni testimone del maggior peso contro fra Dionisio, faceva apparire per lo meno esagerata la colpabilità di costui e di tutti gli altri inquisiti.
      Siffatti apprezzamenti, che sorgono spontanei nell'animo di chiunque sia fornito di una dose anche discreta di equanimità, non potevano non sorgere nell'animo del Vescovo di Termoli, che al rigore di un vecchio Commissario del S.to Officio sapeva accoppiare un senso squisitissimo di giustizia. E ci è rimasto di lui un documento che lo dimostra abbastanza bene, rivelandoci ciò che l'agitava a questo periodo della causa: poichè precisamente alla fine del volume che comprende il processo offensivo e ripetitivo, in uno de' folii esuberanti rimasti in bianco, troviamo un quadro di note ed appunti che egli redigeva intorno alla colpabilità di ciascuno inquisito, note ed appunti incompleti e in qualche tratto vergati con parole tanto abbreviate da rendersi poco intelligibili, ma in somma esprimenti le diverse contradizioni, inverosimiglianze, falsità, ed accuse rimaste infondate, che emergevano dalle deposizioni raccolte. I lettori troveranno questo quadro tra' Documenti(198): d'altronde vedremo in sèguito, dopo il processo difensivo, ciò che il Vescovo scriveva a Roma intorno alla causa, e il concetto che in ultima analisi se n'era formato.
      Non appena esaurite le ripetizioni, nello stesso giorno 29 agosto 1600 i Giudici deliberarono di devenire alla spedizione della causa e al processo difensivo: pertanto disposero che fosse subito inviato al S.to Officio di Roma una copia del processo tanto informativo che ripetitivo; e sappiamo che l'8 settembre questa copia fu mandata al Nunzio dal Vescovo di Termoli insieme con una sua lettera, e che nella stessa data il Nunzio la trasmise al Card.l di S.ta Severina, accompagnandola con un'altra lettera sua, in cui partecipava le sollecitazioni che spesso riceveva da' ministri Regii desiderosi di potere spedire la causa della ribellione(199). Diremo ora anche qui, innanzi tutto, in che modo si procedeva nelle difese.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Secondo
di Luigi Amabile
pagine 741

   





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