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      Egli attestò aver saputo direttamente dal Lauriana che avea deposto contro il Campanella, fra Dionisio e il Pizzoni, che vi era stato colto da fra Cornelio e dal Visitatore mentre non sapeva nulla di quanto depose, che voleva ritrattarsi almeno relativamente al Pizzoni suo maestro, ma non già che avesse deposto il falso ad istigazione del Pizzoni; e spiegò le confidenze fattegli, dicendo essere stato assistito dal Lauriana dopochè ebbe due ore di corda (naturalmente per la congiura). Attestò essere il Lauriana ritenuto pubblicamente falsario, persistente nel falso a consiglio di un dottore "furbo e mariolo", riluttante a dire le parole a falsis testibus nelle litanie per quanto avea saputo da fra Pietro di Stilo. Attestò aver veduto il Lauriana e fra Dionisio parlare insieme, sibbene fuori la carcere; aver udito il Soldaniero bestemmiare santo diavolo(227) e borbottare minacce contro i Polistina, ciò che il Bitonto gli spiegò col dire che i Polistina lo avevano costretto a deporre ciò che depose; inoltre aver veduto il Soldaniero visitare fra Dionisio dentro la carcere e prestargli danaro, come pure aver veduto nella carcere di fra Dionisio Valerio Bruno servitore del Soldaniero. Dichiarò di avere non solo udito il Solda
      niero lamentarsi dei Polistina, ma ricevute lui stesso in Bivona raccomandazioni dirette da fra Gio. Battista di Polistina perchè non risparmiasse fra Dionisio, e nella medesima occasione veduto anche il Polistina riscaldarsi con fra Pietro di Stilo. Dichiarò di aver udito il Soldaniero dire che in Calabria avea dovuto fare il birro per salvarsi la vita; di sapere che il Pizzoni era stato in relazioni molto strette col Campanella; di avere udito dal Pizzoni che le cose dettegli da fra Dionisio erano state dette recitative e poi egli l'aveva accomodate nella sua deposizione a modo di disputa; di avere avuto preghiera dal Pizzoni, perchè raccomandasse al Lauriana di persistere nella discolpa conoscendo che l'aveva discolpato; di sapere che il Campanella non era stato a Pizzoni quando vi fu fra Dionisio, perchè il Pizzoni e il Lauriana glie l'aveano detto, ed anzi il Lauriana, preoccupato di aver detto il contrario, lo pregò di raccomandare a fra Paolo che non lo scovrisse su questo punto.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Secondo
di Luigi Amabile
pagine 741

   





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