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      giungendo che del pari "D. Pietro De Vera gli disse che il detto Breviario era stato perduto, giacchè dato al Vicerè ed all'Arcivescovo di Taranto" (fratello confidente del Vicerè); le quali ultime notizie su' danari di Calabria, sulle lettere e sul Breviario, in fondo venivano a mostrare tutta l'incuria del Nunzio, al quale, e come Nunzio e come Giudice della causa della congiura, incombeva l'obbligo di guardare alle cose de' frati con ogni diligenza. La conclusione del Vescovo presso il Card.l di S.ta Severina fu questa: "i frati carcerati debbono essere tradotti alle carceri del S. Officio in Roma per cavarne la verità"; e su tale conclusione insistè anche con altre lettere, scrivendo: "questi rei non furono ben difesi, perchè furono perdute due lettere e il Breviario di cui diè notizia fra Dionisio Ponzio, e perchè non fu trovato un Dottore che avesse voluto scrivere in dritto a favor loro, e credo che in questa causa i testimoni habbiano deposto per isfuggire il foro secolare, per li essempi quotidiani che havevano avanti all'occhi, il qual timore si vede che persevera in essi mentre sono nelle forze de i ministri Regii, ma tengo per cosa certa che se fussero fatti venire à Roma si scopriria la pura verità dei negocii passati, et parmi apunto che questo negocio sia simile a quello di bitonto"(239). Aggiungiamo che il Vescovo trasmise pure a Roma un memoriale di fra Dionisio intorno alla causa della congiura, concepito negli stessi sensi. Il memoriale, di cui ci dànno notizia egualmente i Sommarii de' processi, era diretto a S. S.tà, e fra Dionisio vi diceva essere innocentissimo tanto per l'eresia quanto per la ribellione, credere di averlo abbastanza provato per l'eresia, ma dubitare di poterlo pienamente provare per la ribellione allegando le molte ingiustizie patite da parte de' Ministri Regii, a' quali importava grandemente che non si scovrisse la sua innocenza, e il non aver potuto trovare un procuratore che non gli fosse sospetto.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Secondo
di Luigi Amabile
pagine 741

   





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