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      Nella prima seduta del 6 marzo, si cominciò dall'interrogare il sergente Francisco Alarcon(299), il quale narrò minutamente la causa ed i particolari della ricerca fatta dal tenente del Castello e da lui nelle camere di fra Dionisio, di fra Pietro Ponzio e del Campanella; parlò in generale di scritture trovate all'aperto, presso fra Dionisio e presso fra Pietro, e della cassa di pioppo che ne conteneva altre, le quali poterono prendersi dal Castellano dopo di avere avuta la chiave da un altro frate, a cui, secondo fra Dionisio, quella cassa apparteneva. Disse che tutte le scritture furono portate al Castellano e da costui trasmesse al Vicerè Conte de Lemos bona memoria, che egli non aveva nemmeno viste le scritture trovate dentro la cassa, ed aggiunse, "se io vedesse quella scrittura ritrovata al reveglino trà le due porte, menata, per quanto si potte sospettare da me et dal tenente, dal fratello di frà thomaso, la riconosceria, l'altre non mi confideria di conoscerle"; aggiunse ancora che, dopo la pacificazione di fra Dionisio col S.ta Croce e col Gagliardo dentro la Chiesa del Castello innanzi al P.e Cura chiamato D. Gaspare d'Accetto, egli come testimone avea sottoscritta una carta nella quale si dichiarava che fra Dionisio non avea colpa in quella faccenda delle scritture. E mostratagli la scrittura di 32 fogli che cominciava con le parole "Per che teco menare la vita non posso", e finiva con le altre "ma che ne fece poi voi lo sapete", disse, "questa mi pare la scrittura che fù trovata al reveglino trà le due porte, che risponde ala fenestra dela carcere del Campanella, che si sospettò che fusse stata buttata dal fratello del Campanella, et mi pare alla lettera minuta, è che non ci era coperta, però quello che si contenga in detta scrittura non lo sò perche non lhò letta". - Si passò quindi all'esame di fra Pietro di Stilo(300) e mostrategli le 4 lettere che gli appartenevano, disse che erano state scritte di sua mano nella camera di fra Dionisio ma non ancora mandate, e riteneva essere state prese con le altre scritture.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Secondo
di Luigi Amabile
pagine 741

   





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