Pagina (443/741)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Gioverà qui avvertire una volta per sempre che i fonti migliori, per determinare in un modo meno fallace le date di quanto egli compose negli anni più difficili della prigionia, saranno sempre le sue Lettere del 1606-1607 a' Card.li Farnese e S. Giorgio e al Re di Spagna, alle quali egli annesse l'elenco delle opere fin allora composte; meglio ancora la lettera allo Scioppio, egualmente del 1607, posta come proemio all'"Ateismo" e pubblicata dallo Struvio, nella quale citò ad una ad una con un certo ordine, ma nemmeno con un ordine cronologico esatto, le opere che realmente teneva a sua disposizione e che infatti gli mandò, avendole rivedute, ritoccate, ovvero composte di pianta, e facendo menzione anche di taluna che avea composta e perduta o stava componendo e non potea mandare ancora; inoltre il Memoriale del 1611 al Papa pubblicato dal Baldacchini, al quale fu pure annesso un elenco delle opere, e in generale tutte le lettere del Campanella scritte durante la prigionia. Ma ad un grado limitatissimo potrà servire il Syntagma de libris propriis, pubblicato tanti anni dopo su note confusamente raccolte dal Naudeo, e manifestamente disordinato intorno alle opere scritte nel carcere, come si può rilevare dalle notizie che fornisce il processo dell'eresia, da quelle che forniscono i documenti anzidetti, non che dalla lettura medesima del libro(370). Pel momento il processo dell'eresia è ancora il fonte certo, su cui si può contare senza riserva, e da esso sappiamo che il 2 agosto 1601 il Campanella già metteva mano a compiere l'Epilogo di Filosofia, o la Filosofia epilogistica.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Secondo
di Luigi Amabile
pagine 741

   





Lettere Card Farnese S. Giorgio Spagna Scioppio Struvio Memoriale Papa Baldacchini Campanella Syntagma Naudeo Campanella Epilogo Filosofia Filosofia Giorgio