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      Battista Vitale" (era proprio certo che dovesse saperne di più). Allegavasi poi e combattevasi ciò che fra Dionisio si era sforzato di dimostrare nelle sue difese contro le persone e i detti de' testimoni a suo carico. E circa il Pizzoni, notavasi che gli era stato nemico e gli avea rubati alcuni scritti, ma osservavasi che già si erano riconciliati tra loro onde conversavano sempre insieme e si trovarono riuniti anche nel momento dell'arresto del Pizzoni; notavasi che il Pizzoni avea pessimi costumi, ma con una classica frase osservavasi che in ciò "nulla avea da dire Catilina a Cetego"; notavasi che era stato vario in certi fatti ed avea osservato molte cose essere state inserte falsamente negli esami da fra Cornelio, ma osservavasi che si erano avute "correzioni piuttosto che varianti", e si dovea credere a quel testimone tanto più, perchè in fondo avea sempre persistito nella prima deposizione malgrado i tanti esami fatti e rifatti dal Vescovo di Termoli (e qui un calcio d'asino al suo predecessore); nè doveasi prestar fede all'ultima assertiva di ritrattazione scritta dal Pizzoni in punto di morte e consegnata al suo confessore, poichè questa non s'era trovata e il confessore P.e Pietro Peres (forse Gonzales) non era di buoni costumi ed avea confessato di nascosto, senza il permesso de' Commissarii e del Curato, e poi per comune sentenza de' dottori non si dovea tener conto delle dichiarazioni de' morenti, estorte da confessori e confortatori, non essendo neanche ogni morente un S. Giovanni Battista (ma in tutti i modi, lasciando in pace S. Giovanni Battista, bisognava cercarla quella confessione e non essere verso i costumi del confessore più severo che verso quelli del Pizzoni, del Lauriana e del Soldaniero). Circa il Lauriana notavasi esserne stata messa in mostra l'intima amicizia col Pizzoni, la mala vita, l'opinione acquistata di testimone falso; ma osservavasi che queste ragioni erano frivole, e bisognava tener conto della diffamazione procuratagli da' Ponzii medesimi e dagli altri frati; che anzi le sue deposizioni erano assai verosimili, mentre già da un pezzo prima, quando non vi era sospetto d'inquisizione, per iscrupolo egli aveva attestato qualche cosa contro fra Dionisio, e poi non risparmiò neanche il suo maestro Pizzoni, e catturato con lui all'improvviso, senza precedente concerto, si trovò d'accordo con lui, nè cedè alle minacce de' Ponzii, "i più furbi ed astuti tra' calabresi" (e le suggestioni di fra Cornelio provate per tante vie? e le incertezze posterior


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Secondo
di Luigi Amabile
pagine 741

   





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