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      Anche Arnaut Memi, in settembre, apparve con tre galere in vista di Brindisi, ma forse per la ragione medesima non si mostrò più: invece Amurat Rais, uscito da Biserta più presto, ebbe a soffrire la perdita di una galera presagli da D. Garzia di Toledo, e tornò per vendicarsene e se ne vendicò pur troppo in Calabria. D. Garzia, a' primi di agosto, scorrendo con sei galere le coste del capo Bianco vi aveva incontrate tre galere di Biserta, ne aveva presa una facendo 110 schiavi e liberandone altrettanti, e secondo lui avrebbe preso anche la capitana se i suoi artiglieri avessero fatto fuoco a tempo: Amurat, tornato con sei galere e con una scorta di rinnegati calabresi, a' 23 settembre sbarcò a Cetraro presso Scalèa, vi uccise il Principe di Scalèa nostra vecchia conoscenza con altre 27 persone, e rimbarcò a suo comodo portando con sè 30 prigioni e il corpo del Principe(421). Nel 1601 poi, al 1° di luglio, il Cicala uscì da Costantinopoli con 35 galere che giunsero per via fino a 60, e con queste potè prendere qualche nave; ma avendo, il 22 ottobre, spedito da Navarino verso la Calabria tre galere per lingua, ed essendo stato informato che la costa era molto ben munita, alla fine di dicembre rientrò in Costantinopoli senza aver nulla tentato. Nel 1602, parimente in luglio, uscì con 37 galere che sempre si accrescevano per via, col proponimento di danneggiare la Calabria o la Puglia, e però senza ritardo, fin da' primi di luglio fu mandato per Governatore di Calabria ultra D. Garzia di Toledo: alla fine di agosto apparve al capo di Otranto l'armata divisa in due squadre e diretta verso la Calabria, ed a' primi di settembre, giunta nella fossa di S. Giovanni, ne sbarcarono circa tre mila uomini, ma furono respinti con la perdita di 5 de' loro; poi l'armata si diresse a Reggio e vi perdè circa 100 uomini, si rivolse indietro e tentò di sbarcare al Bianco, luogo del Principe della Roccella, e vi soffrì la perdita di circa 100 morti e 30 prigioni, infine spiccò 10 galere da quest'altra parte della Calabria e vi furono incontrate dalle galere di Genova, sicchè doverono anch'esse desistere da ogni impresa.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Secondo
di Luigi Amabile
pagine 741

   





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