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      Così, salvata la sostanza, occorreva solo provvedere alla forma, ed egli poteva finalmente scovrirsi ed anche non aver fretta, mentre al Nunzio non rimaneva che zittire. Costui avrebbe potuto e dovuto gridare quando il Campanella venne tradotto al Castel S>. Elmo a sua insaputa, ed avrebbe potuto e dovuto ricordarglielo la Curia vedendo che egli non se n'era dato pensiero: ma per appellarsi alle convenzioni stabilite col Governo Vicereale, bisognava non pretendere di trasgredirle.
      I frati non cessavano d'insistere per la spedizione della loro causa, ed il 20 agosto(449) il Nunzio ne dava conto a Roma, partecipando essergli stato detto dal Vicerè, in risposta alle sue sollecitazioni, che avrebbe fatto nominare in Roma la persona che desiderava in luogo di D. Pietro de Vera.
      E qui, nel Carteggio del Nunzio, cessa ogni altro documento intorno alla causa ed intorno alla persona del Campanella. Vero è che bisogna ammettere senza esitazione qualche lacuna nelle Lettere di Roma, e notare una lacuna evidente di tre registri delle Lettere di Napoli, da' primi di ottobre 1604 al 14 gennaio 1605. I soli documenti di questo periodo, che ci rimangono, son quelli pervenutici con gli Atti processuali inserti nel noto Codice Strozziano: 1° il Breve Papale del 27 ottobre 1604, calcato sull'altro precedente, col quale si ricorda la concessione fatta già al Conte di Lemos, si menziona la lettera ricevuta dal Conte di Benavente circa il matrimonio di D. Pietro de Vera, che "lo stesso Nunzio pretende" aver fatto spirare la facoltà accordatagli, e si nomina D. Giovanni Ruiz de Baldevieto in luogo del De Vera, accordandogli identica facoltà(450); 2° le note marginali, apposte nell'Elenco degl'incriminati a' nomi de' quattro frati de' quali si dovea spedire la causa, ed esprimenti le sentenze per loro emesse, cioè pel Petrolo un triennio in galera, per gli altri il rilascio(451). - Si può dunque ritenere che il Vicerè presentò direttamente a Roma il nome di colui che volea sostituito al De Vera, onde il Nunzio non ebbe ad occuparsene nel suo Carteggio, e che venuto il Breve potè il tribunale tener seduta tutt'al più a' primi di novembre, e senza discussione emettere le sentenze secondo le minute già fatte e ne' termini stabiliti fin dal luglio precedente.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Secondo
di Luigi Amabile
pagine 741

   





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