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      Cominciamo dunque dal ricordare che il 1602 era stato impiegato dal Campanella per una piccola parte nella composizione della Città del Sole, e per la massima parte nella composizione della Metafisica, la quale verosimilmente fu compiuta ne' primi mesi del 1603 (ved. pag. 305). D'allora in poi egli dovè subito metter mano a' 4 libri di Astronomia contro Aristotile, Tolomeo, Copernico e Telesio, indicati anche col titolo De motibus astrorum juxta physica nostra e forse indirizzati alla memoria di Giulio Cortese, come abbiamo detto altrove potersi desumere da un brano dell'opera "Del Senso delle cose" che ha richiamata la nostra attenzione(457). Sulla data di composizione dell'Astronomia non cade dubbio: la troviamo infatti registrata fra le altre opere negli elenchi inviati il 1606 a' Card.li Farnese e S. Giorgio; la troviamo del pari nell'elenco inviato il 1607 al Re di Spagna coll'altro titolo De nova astronomia libri 4 etc., aggiuntovi che erano rimasti "imperfetti", la quale ultima circostanza, motivata con ogni probabilità da' nuovi travagli sopravvenuti, dovè impedirgli di mandare l'opera allo Scioppio nel 1607. D'altra parte la cosa ci è confermata abbastanza dalle deposizioni ultime del Gagliardo, per le quali abbiamo già veduto che nel 1603 il filosofo si occupava di Astrologia e certamente ancor più di Astronomia, avendo per le mani, con quel singolare ripostiglio, il Magino, l'Almanach, il Cardano, senza il quale aiuto non avrebbe in verità potuto trattare una materia simile; e secondo lo stesso Gagliardo ne avrebbe trattato così nel carcere ordinario come nel torrione, vale a dire dal febbraio o marzo al luglio o agosto 1603 ed anche da questa data in poi, fin verso il tempo dell'uscita del Gagliardo dal carcere, vale a dire fin verso il marzo 1604. È verosimile poi, che se non all'entrare nel torrione, almeno quando vide scoperto il disegno di evasione, carcerato il Marchese di Lavello e poi protratta tanto la spedizione della causa della congiura, penetratosi delle circostanze evidentemente aggravate, egli abbia interrotto la composizione della pura Astronomia, e posto mano al trattato De Symptomatis mundi per ignem interituri; infatti questo trattato si vede sempre menzionato come annesso a' libri di Astronomia nelle lettere del 1606-1607 e seguenti, e fu inviato esso solo allo Scioppio nel 1607, senza i libri di Astronomia, col titolo di Prognosticum astrologicum de his quae mundo imminent.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Secondo
di Luigi Amabile
pagine 741

   





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