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      E risoluta la discrepanza nel senso della galera in vita, come si sarebbe scansata la richiesta dell'invio del condannato a Roma, per remigare sulle galere di S. S.tà? Quanto al puntiglio giurisdizionale, bisogna considerare le tendenze del tempo veramente incredibili in tale materia, la lotta vivissima e continua, benchè non sempre appariscente, tra Napoli e Roma. In questa lotta, anche più degli spagnuoli, si distinguevano i napoletani, e il Vicerè medesimo, trattandosi di quistioni giurisdizionali, difficilmente riusciva a sottrarsi all'influenza loro nel Consiglio Collaterale; se si avesse, come sarebbe a desiderarsi grandemente, una storia di questo Consiglio, riuscirebbe manifesto che i Consiglieri napoletani, serbando tutte le possibili forme di devozione e di ossequio, in sostanza erano i più diffidenti e puntigliosi verso Roma; tra le scene di servilismo più abietto, le quistioni con Roma avevano il potere di far lampeggiare in essi il patriottismo più rovente. Così a ragion veduta, anche a proposito degl'indegni trattamenti a' quali il filosofo venne sottoposto, noi abbiamo parlato di Governo Vicereale più che di spagnuoli e Corte di Spagna, contro cui sono stati sempre esclusivamente diretti i biasimi e i vituperii, sapendo che il Vicerè dovè udire l'avviso del Consiglio Collaterale negl'incidenti della causa del Campanella(511). E pur troppo Roma avea data occasione a' puntigli: durante la causa, i superbi "comandamenti di S. S.tà" erano venuti in campo abbastanza sovente, ma l'ultimo di essi, quello di far sentenziare dal solo Nunzio in una causa di Stato mentre si era pure convenuto altrimenti, sorpassava davvero ogni limite.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Secondo
di Luigi Amabile
pagine 741

   





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