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      Angelo Spagnolio la cui conoscenza si deve al Capialbi, mentre avea dapprima, nel 1599, affermata la congiura di Calabria e la parte presavi dal Campanella, si fece poi a revocare almeno quanto concerneva il filosofo nel 1642(514). Già in Napoli Antonino Marzio fin dal 1626 aveva scritta un'Elegia e un Discorso a proposito della liberazione del Campanella facendone la dedica a Urbano VIII e forse in buona fede, ma alcuni anni più tardi in Roma Gabriele Naudeo scrisse uno sfolgorante Panegirico ad Urbano VIII a proposito de' favori accordati al Campanella, e senza dubbio artificiosamente; poichè in un'altra opera posteriore, destinata a rimaner segreta, egli ingenuamente narrò che a breve intervallo il Postel in Francia e il Campanella in Calabria aveano tentato di fondare un nuovo stato di cose, ma non erano riusciti per non avere avuto forze, "condizione necessaria a tutti coloro i quali vogliono stabilire qualche nuova religione"; ed aggiunse, che "quando il Campanella ebbe il disegno di farsi Re dell'alta Calabria, scelse molto a proposito per compagno della sua impresa un fra Dionisio Ponzio che si era acquistata riputazione del più eloquente e del più persuasivo uomo del suo tempo"(515). Questa testimonianza di un disegno del Campanella di voler fondare una nuova religione e farsi Re in Calabria, con l'indicazione del modo prescelto e del motivo per lo quale non riuscì, da parte del Naudeo stato in intime relazioni col Campanella nell'anno 1631 e seguenti, poi anche le lettere del Campanella pubblicate in piccola parte dal Baldacchini e in più gran parte dal Berti, avrebbero dovuto richiamare le menti a più esatti giudizii, far ricercare con diligenza i documenti dell'accusa e non soltanto quelli della difesa, far guardare un po' più addentro sulla condotta vera del Papato in genere e di Urbano VIII in ispecie verso il Campanella.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Secondo
di Luigi Amabile
pagine 741

   





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