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      Somigliante agli efori di Sparta stava in Aragona a petto a petto col re l'inviolabile Justiza; il quale a nome dei baroni giuravagli il dì del coronamento: "Essi che valeano ciascun quanto il re, tutti insieme assai più di lui, ubbidirebbergli se lor franchezze mantenesse; e, se no, no(131)." Indi alti spiriti nei soggetti, miti costumi eran quivi nei re; sopra tutt'altri di que' tempi, facili alle udienze, dimestichi, senza riti di sussiego o sospetto, compagnevoli, e umani(132). Con questi ordini, con questi sudditi, poveri d'altronde e parteggianti, non potea Pietro divisare conquisti; e pur le qualità dell'uomo vinsero gli ostacoli della società in cui vivea. Inoltre per indole imperiosa e severa, avea concitato contro a sè durante il regno del padre i baron catalani, usi all'anarchia; avea mal purgato il suo nome dall'infamia del fratricidio di Ferrando Sanchez figliuol bastardo di re Giacomo, ch'egli assediò, e pressel fuggente, e il fe' annegare, scusandosi che Ferrando praticasse contro la sua vita con Carlo d'Angiò(133). Ma insieme s'era segnalato l'infante Pietro per coraggio e gran vedere nelle guerre di Valenza e di Murcia(134); avea saputo adoperar la divisione degli ottimati; e salito in grande rinomanza militare, e dotato di quella forza che rapisce e costringe gl'intelletti minori, poteva egli bene adunar a un'impresa di ventura quei suoi avvezzi a star sempre in sulle armi, or contro i Mori, or contro le altre genti spagnuole, or tra sè stessi, ed or piratescamente assaltando questa e quell'altra città del Mediterraneo.


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La guerra del Vespro sicialiano
o Un periodo delle istorie sicialiane
di Michele Amari
1843 pagine 912

   





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