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      A chiamarlo intesero dunque; e in ciò affidati si rimaser da tutt'altro generoso imprendimento, mentre Messina fortuneggiava, e con lei la comun libertà. Solo con le forze che vi s'eran chiuse, e con quegli spessi ardimenti di trafugarvi armati e vivanda(290), soccorreanla, chè tenesse contro l'esercito nemico infino all'avvenimento del re d'Aragona.
      Questi diversi umori de' popolani e de' nobili, questo mutamento dello stato da' primi ne' secondi, richiedendo e tempo e opportune circostanze al pien loro effetto, ne seguì che irresoluti e divisi ondeggiarono i Siciliani a lungo sul partito di chiamar l'Aragonese. Le pratiche s'incominciaron private ed occulte da' partigiani, non in modo pubblico dalle città. Indi vaghe notizie abbiamo del primo appicco di quelle; che i diversi scrittori diversamente narrano, perchè pochi potean saperne, o amavano a dirne il vero(291). Ma certo e' pare che Pietro dopo la rivoluzione caldamente si fece a brigar qui coi suoi partigiani per usarla a suo pro; e ch'ei della Sicilia avea brama assai più ardente, che non la Sicilia di lui.
      S'armava e tacea tuttavolta il re d'Aragona, quando l'isola si sollevò; restando sepolti per sempre in quel cupo animo i primitivi disegni; che tal non sembra la finta guerra d'Affrica, perch'ei non avrebbe operato da savio a tacerla sì pertinace al papa e a re Filippo, con certezza di fomentare i sospetti. Ritraesi inoltre, che segretissime pratiche avesse ei tenuto col principe di Costantina; il quale minacciato dal re di Tunisi, gittavasi a implorar cristiani aiuti, e a Pietro(292), profferia riconoscerlo per signore, e aprirgli la via a larghi acquisti in Affrica, dove alle armi d'Aragona si sarebber voltati i moltissimi cristiani che a' soldi di Tunisi militavano(293). Sia dunque che Pietro tentasse doppio gioco, d'Affrica e di Sicilia, o che macchinasse quella impresa come scala a quest'altra, cominciò a scoprirsi alquanto con mandare un oratore a chieder al papa aiuti per guerra contro Saraceni: a che non rispondendo Martino(294), l'Aragonese in fin di primavera, quando gli erano pervenuti senza dubbio gli avvisi de' fatti di Sicilia, affrettò ogni suo apparecchiamento alla guerra.


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La guerra del Vespro sicialiano
o Un periodo delle istorie sicialiane
di Michele Amari
1843 pagine 912

   





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