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      Quivi i Greci del paese, usi a praticar senza sospetto tra i nimici, d'ogni fiatare di quelli il ragguagliavano. Cheto aspettando ei posava, come se quelle foreste lo avessero inghiottito; tantochè in Calabria il bucinavano già uom dappoco e acquattatosi per paura(386).
      Quand'ecco stando agli alloggiamenti a Lagrussana presso Sinopoli cinquecento cavalli capitanati da Ramondo de Baux, mentre stanchi di gozzoviglia senza scolte straccurati giaceansi una notte, repente un fracasso li riscuote; gli almugaveri come torma di lupi saltano tra gli alloggiamenti; scannano, rapiscono; sconosciuto tra i gregari ammazzan Ramondo; e prestissimi dileguansi col bottino(387). Non andò guari che un Arrigo Barrotta tesoriere di Carlo, recando sei mila once per gli stipendi dello esercito, nella terra di Seminara albergò; stanza in quel tempo di ottocento cavalli francesi. Avutane spia re Pietro, l'adescò lor mala guardia, e più la moneta. Onde il tredici marzo a sera, ei stesso con trecento cavalli e cinquemila almugaveri calavasi chetamente da Corona: e giunto a tre miglia da Seminara, fatte posar le genti svelò il meditato colpo. Quel generoso Alaimo il contrastava. Qual lode a re, dicea, da notturna rapina, e disutile strage? Vano il pensier sarebbe di tener Seminara sì presso al campo nimico. Lasciata dunque la misera terra, al campo si vada: lì il principe di Salerno, il fior della corte di Francia, sbadati, sicuri; investisserli risolutamente; che l'audacia partorirebbe fortuna, o gloria certo.


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La guerra del Vespro sicialiano
o Un periodo delle istorie sicialiane
di Michele Amari
1843 pagine 912

   





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