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      Aspramente in vero travagliossi la pontificia corte in Italia a quel fortuneggiare di Carlo: smugneasi di danari per sovvenirlo(424): vedea la Romagna corsa dal conte Guido da Montefeltro e sollevata; Roma più che mai immansueta(425); e, vero o non vero, si disse di pratiche di que' cittadini con lo stesso re di Aragona(426).
      La tempesta preparata per cotal modo, cominciò a scaricarsi appena allontanato di Sicilia re Pietro, quando Gualtiero da Caltagirone ripigliando animo, levossi alfine scopertamente; assalì in Caltagirone i leali stretti a schiera sotto lo stesso stendardo del re; e sparso assai sangue, occupò la terra, destò per tutto val di Noto uno spavento di novità. Ma l'infante Giacomo, che percorrendo la region settentrionale dell'isola, giovanetto vivo e benigno, era stato per ogni luogo onorato come re, e con grande amore accolto, e giuratagli fedeltà, sapute in Palermo le rie novelle di Gualtiero, insieme co' suoi consiglieri sen turbò forte, ma forte provvide. A Guglielmo Calcerando vicario, e a Natale Ansalone da Messina giustiziere in quella provincia, fu scritto: andassero mansueti a Caltagirone; cautamente facesser gente e armi; poi d'un colpo di mano, per forza o per frode, prendesser Gualtiero. Fecerlo; che pari allo stato non era animo nè senno in costui, nè la ribellione avea altre radici: e furono catturati con esso Francesco de' Todi e Manfredi de' Monti; sì prestamente, che l'infante cavalcando appresso i suoi spacci, non era giunto a Piazza che 'l seppe.


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La guerra del Vespro sicialiano
o Un periodo delle istorie sicialiane
di Michele Amari
1843 pagine 912

   





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