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      Nè lasciò occasione d'allungar la mano nei patti fondamentali della nuova dinastia; pretendendo immunità ecclesiastiche larghissime, omaggio e censo a Roma(575). A trattar queste e le altre condizioni dell'impresa, avea già inviato legato pontificio Giovanni Chollet, cardinal di Santa Cecilia; che venne a corte di Francia con Carlo d'Angiò innanti il dì del duello(576); e con quell'autorità, scrive Montaner(577) che dalla terra annoda e scioglie ne' cieli, annullò i giuramenti della lega di Filippo con Pier d'Aragona. Durò assai più fatica a vincer le opinioni de' consiglieri del re, dette di sopra e accettate da' prelati e baroni, che componeano il parlamento, non scaduto per anco a mera corte di giustizia, e rappresentante, com'or direbbesi, gl'interessi della nazione, o delle classi privilegiate che se ne arrogavano il nome.
      Nè credo confondere i nomi e le idee d'oggidì con quei del secol decimoterzo, se dico che non solo la corte di Francia volle far patti accorti con Roma, ma che anco il parlamento non amava gittar su la nazione tutto il peso d'una guerra che a lei nulla giovava, ma a Carlo d'Angiò, alla corte di Roma e ad alcun de' figli di Filippo l'Ardito. Perchè nel primo disegno detto dinanzi si chieser le sole decime per tre anni in quel ch'era allora il reame di Francia; ma trattandosi l'investitura come voleala il papa, si domandarono le decime per tutta cristianità, o almeno per quattro anni nella più parte del territorio francese d'oggidì; e le prime annate dei beneficî ecclesiastici nuovamente provveduti; i legati pii, e altri sussidi; oltre le indulgenze, l'autorità della commutazione de' voti; e alcune condizioni che mantenessero la dignità del re verso la corte di Roma; e si sostennero le libertà ecclesiastiche de' popoli d'Aragona: ma soprattutto si pretesero tai favori del papa sia che il parlamento consigliasse il re, sia che lo sconsigliasse, che è a dire se la nazione concorresse o no alla impresa in favor del figliuolo del re.


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La guerra del Vespro sicialiano
o Un periodo delle istorie sicialiane
di Michele Amari
1843 pagine 912

   





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