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      Occupata da Pietro la città; guardato per lui il castello; Giacomo fuggì da una fogna, lasciando prigioni moglie e figliuoli; e senz'altro aspettare passò a' nimici(611).
      I quali, deliberata che fu in Francia la impresa, adunarono da mezz'Europa forze smisurate. Correano al bando della croce e del soldo, Francesi, Piccardi, Provenzali, Guasconi, Borgognoni, Tolosani, Brettoni, Inglesi, Fiamminghi, Alemanni, Lombardi; e più fu l'italica gente nell'armata, di navi pisane e genovesi, oltre quelle di Provenza e Guascogna. Cencinquanta galee, navi di trasporto assai più, e nell'esercito noveraronsi diciassettemila uomini d'arme, diciottomila balestrieri armati da capo a pie', sopra centomila fanti, e più numero di guastatori, saccomanni, e bagaglioni, e ottantamila vetture; nel che accordansi a un di presso gl'istorici tutti dei tempi, e il grave d'Esclot aggiugne non potersi credere da chi non l'avesse visto con gli occhi. Tardamente questa gravosa moltitudine si adunò alfine a Tolosa, nelle feste di pasqua del l'ottantacinque. Ivi la mostra si fece(612); si spiegò l'orifiamma: e la seguiano con molta baronia lo stesso re Filippo e' figliuoli Filippo il Bello e Carlo, col re di Maiorca, e il legato. Primo stigatore di crudeltà fu costui in tutto l'esercito, quasi ereditando le passioni di papa Martino; e innestavale a natura inflessibile ed efferata. Filippo il Bello, al contrario, da ammirazion di re Pietro fratel della madre, o invidia di Carlo novello re d'Aragona, veniva di mala voglia, guardando bieco il legato.


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La guerra del Vespro sicialiano
o Un periodo delle istorie sicialiane
di Michele Amari
1843 pagine 912

   





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