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      Ond'ei lasciollo, non ostanti le preghiere, veraci del popolo di Napoli, infinte della corte. Per la possanza di lei, indi a pochi dė, la vigilia del Natale del novantaquattro, in Napoli fu rifatto pontefice il Gaetani; quel famoso Bonifacio VIII, che salė da volpe, da lione regnō, e da cane morė, secondo la sentenza profetica, foggiata da poi e data a Celestino, come se a lui medesimo la dicesse nella prigione, ove per comando di Bonifacio fu chiuso, e finė in poco tempo, non senza sospetti di morte violenta. Ed or congiunto, scrive Speciale, il potere all'astuzia, si die' tutto Bonifacio a scior quell'inviluppato nodo della siciliana lite(770).
      Oltremonti gli ambasciadori di Giacomo e di Francia, con la riputazion del novello papa, ristringeansi un'altra volta a spianar gli ostacoli rimasi tra loro(771); Bonifazio serbō il pių grave a sč stesso, quasi per provarvi il suo ingegno. Avuti o richiesti, poco appresso la esaltazion sua, legati di Federigo, che furono Manfredi Lancia e Ruggiero Geremia, raccolseli umanamente il papa, li rimandō con grandi promesse, e l'importanza della cosa maneggiar volle da sč con Federigo; cui, non potendolo trar di Sicilia con forza, avean mostrato per l'addietro la dignitā di senatore di Roma o altra debol'esca; ma Bonifazio pensō abbagliarlo profferendo una bella sposa e un impero. Mandogli un suo cappellano con breve dato il venzette febbraio del novantacinque, richiedendolo che venisse a corte di Roma con Giovanni di Procida, Ruggier Loria, e i primi d'ogni siciliana cittā, muniti di pien mandato de' popoli.


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La guerra del Vespro sicialiano
o Un periodo delle istorie sicialiane
di Michele Amari
1843 pagine 912

   





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