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      Nč badavano che per dritto di successione potea il trono appartenere alla sola Costanza; e che nč Piero, nč Giacomo altrimenti v'ascesero, che, come or Federigo, per la elezione del popolo.
      E giā la Sicilia a questo solenne atto metteva il suggello, ad onta della romana corte, di Napoli, Francia, e Aragona, contro lei congiurati. Il dė quindici gennaio milledugentonovantasei, nella cattedral chiesa di Catania, s'assembrarono frequentissimi i rappresentanti della nazione, con quanti nobili catalani e aragonesi sperassero ventura qui, pių che in lor patria. Ruggier Loria primo parlō; poi Vinciguerra Palizzi, prestante per forza d'ingegno e di parola; e seguendoli ogni altro, d'un accordo gridavano re Federigo; decretavano si fornisse la coronazione in Palermo(794). Fu secondo di questo nome in Sicilia; ma s'intitolō terzo, per esser terzo de' figliuoli di Pietro, o dei reali d'Aragona qui dominanti, o per errore diplomatico piuttosto, credendosi secondo di Sicilia Federigo lo Svevo, che fu secondo degl'imperadori, primo tra nostri re(795).
      Ma come Bonifazio riseppe que' primi passi del parlamento di Palermo, non essendo in punto a usar la forza, non lasciava intentato alcun mezzo di frode. A Federigo scrisse il due gennaio, ricordando le pratiche dell'anno innanzi, la sollecitudine a trovargli terreno e sposa; che negava Caterina, ma non resisterebbe a nuovi preghi; e sė richiedealo, e lo scongiurava con ogni pių efficace parola, che desistesse dalla usurpazione del regno. Al medesimo effetto ammonė la regina Costanza.


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La guerra del Vespro sicialiano
o Un periodo delle istorie sicialiane
di Michele Amari
1843 pagine 912

   





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