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      Fallito il colpo, non videro altro riparo che chieder di terraferma novelli aiuti di genti e vittuaglie, perchè si potesse ripigliar la guerra in primavera. Ruggier Loria dunque in un legno sottile, con la solita audacia, solo passò lo stretto del Faro, per apparecchiare ogni cosa a Napoli. Ammonì prima il principe, che per niuna lusinghevole occasione non si avventurasse a combattere il nemico, astuto e audace(945).
      Ciò non di meno, entrato il milletrecento, di carnevale, non seppe guardarsi Roberto dalla cupidigia d'acquistar senza fatica il castel di Gagliano. Eravi prigione Carlo Moreletto, nobil francese, preso alla Falconarìa: teneva il castello un Catalano della corte di Federigo, Montaner di Sosa per nome. Costui cominciò ad usar col prigione più umanamente che non soleasi in quel tempo. Poi un dì, ragionando insieme, il portò ov'ei volle: parlava tra' denti, come temendo non altri l'udisse; e, chiesto al prigione se manterrebbegli il segreto, gli disse pianamente, rimordergli la coscienza di tanto disubbidir la santa Chiesa di Roma, di combattere per una causa iniqua; volentieri ne uscirebbe, a rischio anco della vita, e con tal servigio da far ammenda d'ogni peccato. E il Francese: "Or sì lo spirito del Signore è con te; or ti ha reso il lume degli occhi. Ma di', per Dio, quale ammenda faresti?" Il Catalano promettea schiudere a Roberto l'inespugnabil castello. Quei gliel credè; e pien d'allegrezza scrissene al duca(946).
      Eran testè venuti in Catania, sotto la condotta del conte di Brienne e di due altri baroni, trecento cavalier francesi, legati tra loro con giuramento ad affrontarsi con Blasco Alagona e Guglielmo Calcerando, per vincerli o lasciar la vita in quest'impresa, e chiamatisi da ciò i cavalier della Morte(947). Pare che il proponimento di costoro, facesse deliberare ne' consigli di Roberto la fazione di Gagliano.


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La guerra del Vespro sicialiano
o Un periodo delle istorie sicialiane
di Michele Amari
1843 pagine 912

   





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