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      (209) Castello a dieci o dodici miglia da Corleone, tra i comuni di Contessa e Santa Margherita; e or i contadini il chiamano Calatamaviri. Se ne veggono le rovine sulla sommità di un poggio di base triangolare, inaccessibile da due lati, aspro ed erto del terzo, che sta a cavaliere alla strada tra quei due comuni, a manca di chi dal primo vada al secondo. Due ordini di grosse mura cingeano per tutta la larghezza quella sola costa accessibile del monte; sorgea sulla cima una torre, della quale restan le vestigia, e sì delle case sparse ne' due ricinti. Entro il secondo v'ha una cisterna capace, ben costruita, e ben conservata. Da tai ruderi si può anche argomentare la importanza di questa fortezza, che tenea in molto sospetto i vicini.
      (210) Saba Malaspina, cont., pag. 356.
      (211) Bart. de Neocastro, cap. 18.
      (212) Saba Malaspina, loc. cit.
      (213) Questi discorsi di Ruggiero e Bonifazio son portati da Saba Malaspina, cont., pag. 356 a 358, non sappiamo se per uso istorico, o perchè ei li seppe veri. In ogni modo mi è parso conservarli; e molte inutili frasi n'ho tolto, poco o nulla aggiuntovi del mio.
      (214) Saba Malaspina, cont., pag. 358.
      Di questa mossa parla anche d'Esclot, cap. 81, con minore esattezza nei particolari, ma sano giudizio dell'intento; scrivendo come que' di Palermo rifletteano che non uscirebber salvi da questa rivoluzione, se non procacciando il medesimo effetto per tutta l'isola.
      Anche Montaner, cap. 43, accenna questo progresso della rivoluzione; ma al solito suo con molti errori.


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La guerra del Vespro sicialiano
o Un periodo delle istorie sicialiane
di Michele Amari
1843 pagine 912

   





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