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      Ibid. a fog. 13, diploma dato di Nicotra il 3 giugno per lo stesso affare, nel quale si parla di Bartolomeo Bonvin, e si dice che le galee eran già venute a Napoli.
      (429) Il d'Esclot, cap. 110, dice espressamente questo caso delle barche di Principato cariche di frutta e vini per Sicilia. Io dapprima non sapea piegarmi a credere che dal reame di Napoli si portassero di tali derrate in Sicilia, massime i vini. Ma bisogna accettar questo fatto economico, alla irrefragabile testimonianza di due diplomi dati di Napoli il 2 maggio duodecima Ind. (1284), pei quali si fece severo divieto alla furtiva estrazione di vini per Sicilia, che si commettea in Sorrento e in Castellamare di Stabia, infingendosi imbarcarli per terre fedeli al re. Dal r. archivio di Napoli, reg. seg. 1283, A, fog. 85, a t. 88, a t. E tempre più si vede la grandissima informazione e diligenza del d'Esclot.
      (430) E in vero 27 erano tutti i legni, secondo il diploma del 2 giugno 1283, citato di sopra. La differenza con d'Esclot non sarebbe nel numero totale, ma solo in quello delle galee.
      (431) Montaner, cap. 83 e 131, dà lunghe lezioni militari intorno il vantaggio de' balestrieri scritti, o vogliam dire stanziali, e l'impaccio de' terzi remiganti, che nel combattimento facessero da balestrieri. Ei li chiama tersols; ed è una voce ch'io non seppi comprendere nell'originale catalano, ma la veggo benissimo spiegata dal Buchon nella sua versione francese, ed. Paris, 1840, pag. 288, rameurs surnuméraires, attachés en tiers au service d'une rame.


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La guerra del Vespro sicialiano
o Un periodo delle istorie sicialiane
di Michele Amari
1843 pagine 912

   





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