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      Le terre di Sicilia si restituissero in dì 22 dal 1 settembre; quelle di Calabria in dì 45.
      I beni delle chiese si restituissero allo stato in cui erano prima della rivoluzione dell'82.
      Perdonasse Federigo ai ribelli di Catania, Termini, e delle altre città datesi ai nemici; restando loro i soli beni che possedeano fino al giorno che s'alienarono da Federigo; e perdonasse re Carlo a' Siciliani, quando tornassero sotto il suo dominio.
      I quali patti giuraronsi da ambo le parti a dì 31 agosto 1302. Lo stesso giorno promulgò Federigo la pace; annunziando solo ch'ei resterebbe re dell'Isola di Sicilia, e comandando si cessasse dal mandar le milizie a Corleone. Il documento è trascritto nell'Anonymi chron. sic., cap. 70.
      E re Carlo tosto consentilli, non già Bonifazio; onde nuovamente si cominciò a trattare, tra lui e Federigo. In fine a 12 maggio 1303, Bonifazio promulgò una costituzione pontificia, la cui somma è questa:
      Fatto il trattato di Federigo col Valois, e chiestane dal primo, per suoi oratori, l'approvazione del papa, disdicea Bonifazio que' patti pregiudiziali alla Chiesa; ribenediva contuttociò Federigo; dispensava la consanguineità per le nozze sue con Eleonora; e ad aprir nuove pratiche mandava legati in Sicilia. Allora Federigo, riformati i capitoli, fece presentarli a corte di Roma dal conte Ugone degli Empuri, Federigo d'Incisa, e Bartolomeo dell'Isola. Pei quali promettea tener la Sicilia in vassallaggio della Chiesa; pagar in ogni anno, il dì di san Pietro, tremila once d'oro di censo; fornire a richiesta del papa cento lance, ognuna con tre cavalli almeno, pagati per tre mesi, o, in vece di questa, una forza navale equivalente; assoggettirsi in caso di trasgressione alle pene stesse cui andava tenuto il re di Sicilia, duca di Puglia, ec., per la concessione a Carlo I d'Angiò; restituir le chiese nel possesso di quanto godeano prima dell'82; dar alla Chiesa, senza gabella, la tratta di 10 mila salme di grano per la impresa di Terrasanta; fornir, coi giusti dritti di tratta, quante vittuaglie abbisognassero a Roma.


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La guerra del Vespro sicialiano
o Un periodo delle istorie sicialiane
di Michele Amari
1843 pagine 912

   





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